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Nuoto, Mondiali 2019: i promossi e bocciati dell’Italia. Federica Pellegrini, Stella Polare di un gruppo d’eccellenza

Giandomenico Tiseo

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Bisogna essere sinceri. Dispiace che sia tutto finito. La settimina di gare dei Mondiali di nuoto 2019 a Gwangju (Corea del Sud) ha regalato spettacolo ed emozioni al pubblico e i tifosi italiani possono ritenersi soddisfatti di quanto la Nazionale azzurra ha saputo fare nelle acque sudcoreane.

I PROMOSSI – Il gruppo nostrano, nella sua quasi interezza, merita una valutazione positiva. E’ stata l’edizione dei record per la nostra compagine. 8 medaglie (3 ori, 2 argenti  3 bronzi) non erano mai state vinte nelle scorse edizioni e i 23 finalisti, con annessi 19 primati italiani e 20 record personali, vanno a rappresentare una prova di grande profondità che merita la sottolineatura. Una formazione che ha in Federica Pellegrini la propria “Stella Polare”. Lei, a 31 anni, ha realizzato l’impresa di vincere per la quarta volta, la seconda consecutiva, l’oro nei 200 stile libero, ottenendo il sesto successo iridato in carriera e allungando a otto i podi mondiali nella medesima specialità. Numeri impressionanti da abbinare anche ad altro: all’oro e all’argento di una matura Simona Quadarella, che negli 800 e nei 1500 stile libero si candida senza se e senza ma al ruolo di avversaria numero uno della statunitense Katie Ledecky; all’oro e al bronzo (800 sl e 1500 sl) di un Gregorio Paltrinieri in continua evoluzione, cercando sempre nuove vie e alzando l’asticella; all’argento di una Benedetta Pilato sontuosa nei 50 rana, ragazzina di 14 anni ma dall’animo da 25enne; ai bronzi di Gabriele Detti e Martina Carraro frutto della cultura del lavoro e, nel caso del livornese, si può e si deve fare meglio; ai quarti posti di una 4×200 sl maschile spettacolare, di un Federico Burdisso coraggioso e spregiudicato come si deve nei 200 farfalla e di una Elena Di Liddo che ha saputo vincere le sue paure. I flash sono diversi e saranno da inserire nell’album dei ricordi.

I BOCCIATI – Le delusioni? Poche. Margherita Panziera, forse, quella che brucia di più. Rimasta a un secondo dal suo tempo migliore in stagione, la veneta non ha convertito in energia positiva la tensione nelle sue gare e il quarto posto dei 200 dorso ha un sapore amaro. Valutazioni negative anche per Alessandro Miressi, Santo Condorelli (100 sl), Nicolò Martinenghi (50-100 rana) e Thomas Ceccon (100 dorso). Nel caso del piemontese e del lombardo, delle giustificazioni relative a problematiche fisiche passate sono da considerare, mentre per il talentuoso classe 2001 va registrato qualcosa nella gestione delle sue gare dal punto di vista mentale. E poi Ilaria Cusinato. Lei che l’anno passato fu argento nei 200 e nei 400 misti agli Europei 2018 a Glasgow, ha voluto chiudere il capitolo “Stefano Morini” e, al momento, i risultati non le hanno dato ragione. Di sicuro, completa questo discorso la prova della 4×100 mista maschile, troppo brutta per essere vera e con un pass olimpico non centrato. Su questo aspetto il Direttore Tecnico Cesare Butini e il suo staff dovranno riflettere.

 

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Foto: Claudio Bosco/LPS

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