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Roland Garros 2019: è il giorno della finale maschile. Rafael Nadal carico contro i dubbi sul recupero di Dominic Thiem

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Court Philippe Chatrier, Parigi, ore 15. L’appuntamento con la finale del Roland Garros, dopo una seconda settimana estremamente complicata, è arrivato. I protagonisti sono gli stessi di un anno fa: da una parte Rafael Nadal, dall’altra Dominic Thiem.

I due giocatori hanno semplicemente confermato il loro status di migliori al mondo sulla terra rossa. Se per Nadal questo non sorprende, essendo il mancino di Manacor il più dominante mai visto nella storia del tennis su questa superficie, per Thiem il sapore è quello della conferma: con due finali parigine, nessuno può più mettere in dubbio il suo ruolo nell’attuale era di un tennis ormai prossimo a tanti grandi cambiamenti. Sarà il tredicesimo confronto tra i due in cinque anni, e i precedenti dicono che l’11 volte vincitore di questo torneo si è imposto in otto occasioni, contro le quattro dell’austriaco. Undici di queste sfide si sono svolte sul rosso, e una soltanto sul cemento. Quest’ultima è anche la più recente battaglia Slam tra i due, nei quarti degli US Open 2018, con il successo di Nadal al tie-break del quinto set dopo una battaglia protrattasi nel cuore della notte di New York. L’ultimo match l’ha invece vinto Thiem nel feudo del maiorchino, Barcellona, con un doppio 6-4 in semifinale.

I due arrivano all’ultimo atto in condizioni notevolmente diverse. Lo spagnolo ha perso un solo set in tutto il torneo (contro David Goffin al terzo turno) e ha dimostrato contro Kei Nishikori e Roger Federer di essere nella classica forma delle fasi finali del torneo che più ama, che più gli ha dato gloria. Del resto, 11 dei suoi 17 Slam (e 58 dei suoi 81 tornei vinti) sono arrivati sul rosso, ed è questo un biglietto da visita più che sufficiente per comprenderne la forza. Sul fronte opposto, l’austriaco ha faticato a entrare in forma a inizio torneo, cedendo un parziale per tre volte nei primi tre turni, per poi accelerare negli ottavi e nei quarti e infine superare Novak Djokovic in una semifinale lunga un giorno e due lunghe interruzioni (più una terza, molto breve, venerdì, prima di quella effettiva).

Ed è proprio il problema della tenuta fisica e mentale di Thiem che tiene banco: riuscirà, dopo tre giorni consecutivi in campo, a ricaricare le batterie contro un giocatore che in questa settimana ha giocato solo due partite in sei giorni, e dunque con molto più riposo nelle gambe? E’ lecito avanzare dubbi in merito, anche per via di una gestione piuttosto scellerata della programmazione soprattutto tra venerdì e sabato, con la sospensione definitiva forse un po’ troppo frettolosa rispetto alle effettive necessità. Lo stakanovismo del venticinquenne di Wiener Neustadt è ben noto, ma riprendersi in meno di ventiquattro ore da una sfida in cinque set contro il numero uno del mondo durata oltre un giorno sembra impresa ardua.

In breve, Nadal, che già è favorito in circostanze normali, lo è ancora di più in quest’occasione. La possibile, unica speranza di Thiem può essere quella di spingere fin da subito e di portare a casa il primo parziale. In questo caso potrebbe aprirsi qualche scenario interessante, ma sempre tenendo a mente che di fronte ha l’uomo da 92 vittorie e 2 sconfitte in terra parigina. Per farla breve, il rischio di una finale a senso unico esiste, e non solo per la superiorità del numero 2 del mondo. Di certo c’è che, per tutte le motivazioni sopra citate, la sfida odierna sarà per forza di cose diversa da quella di un anno fa.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Janet McIntyre / Shutterstock.com

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