Taekwondo

Taekwondo, Mondiali 2019, Simone Alessio: “Orgoglioso di aver portato in alto il nome dell’Italia. Ora l’obiettivo è qualificarsi per le Olimpiadi”

Alessandro Farina

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Sabato scorso Simone Alessio ha scritto la storia del taekwondo, diventando il primo azzurro a conquistare la medaglia d’oro ai Mondiali. Un risultato davvero eccezionale per questo ragazzo di 19 anni, che nella rassegna iridata di Manchester ha dimostrato di essere il più forte nei -74 kg, realizzando un grandissimo torneo e battendo in finale il giordano Ahmad Abughaush, campione olimpico in carica nei -68 kg, con il punteggio di 18-11.

In un’intervista al Corriere dello Sport, Alessio ha parlato di questa sua straordinaria impresa: Sono orgoglioso di aver portato in alto il nome dell’Italia. È stato bellissimo. Subito dopo la semifinale ho ricevuto molti messaggi, bravo, ci fai onore, crediamo in te. Entri nella storia. Forse è brutto da dire, non lo so: ma quando uno entra sul quadrato lo fa per vincere. Il desiderio ti porta a concretizzare e automatizzare anche quello che non hai, ti porta a pensare il meglio. Ultimamente mi sento più fiducioso, non ho paura di fallire. E più vado avanti e più si trasforma in voglia di fare bene”.

Il giovane azzurro guarda però già avanti e il grande obiettivo è quello di centrare la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020: Il vero obiettivo sono le Olimpiadi. Tokyo 2020 è difficile, ci proverò e darò il massimo, questo è sicuro. I Giochi sono la gara più importante. Il mondiale è una gara passeggera, l’Olimpiade resta per sempre”.

Alessio ha ricevuto tanti messaggi dopo la vittoria, ma quello più importane è arrivato dai suoi genitori, che lo hanno sempre supportato nel suo cammino: Mamma non riusciva a trattenere le lacrime. Anche papà, ma non voleva farsi vedere. Mi hanno detto di tenere i piedi per terra e di non dimenticare tutti i sacrifici che ho fatto per ottenere tutto questo. È solo l’inizio per me. Da piccolo tiravo calci per casa, ma in realtà volevo iscrivermi a calcio. Papà disse che a calcio ci potevo sempre giocare per strada. Poi c’è stato un momento in cui con il taekwondo volevo smettere. Stavo per diventare cintura nera, ma volevo piantare lì. Fu ancora papà a dirmi no: la cintura la prendi”.

Ai Mondiali Alessio si è fatto notare anche per delle esultanze particolari, che ora ha spiegato: “Sono super tifoso della Juventus, di Cristiano Ronaldo. Nei quarti ho esultato come lui. Dopo la semifinale come Piatek del Milan, è una cosa che faccio sempre con i miei amici che sono quasi sempre tutti milanisti. In finale invece ho esultato come Carlo Molfetta quando aveva vinto l’Olimpiade. Il telecronista inglese ha detto che ho imitato Bolt: no, l’esultanza era per Molfetta”.

Alessio è cresciuto a Sellia, un piccolo paese in Calabria, che lo ha accolto con grandi festeggiamenti al suo ritorno: Quando sono arrivato all’aeroporto è stato incredibile, c’erano la mia famiglia, il sindaco, i vigili del fuoco. E poi quando siamo usciti è stato anche peggio: c’era tutta Sellia. Io sono nato in Toscana, papà faceva il paracadutista lì. A tre anni siamo venuti in Calabria, è un paesino di settemila abitanti, si sta bene, è bello. Ho sempre ricevuto tanto affetto da tutti. Quando vincevo le gare e passavo per strada, tutti mi facevano i complimenti”.

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alessandro.farina@oasport.it

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