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Nuoto, Champions Swim Series 2019. Cartoline da Budapest: Scozzoli e Panziera gli squilli in un week end da ricordare

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Fabio Scozzoli che concede il bis sulla distanza olimpica con il personale a quasi 31 anni, Margherita Panziera che si conferma straripante nei 200 dorso andando a vincere a casa di sua maestà Katinka Hosszu con un tempo vicino a quello fatto segnare un mese fa a Riccione che è ancora il migliore al mondo della stagione, Federica Pellegrini che se la gioca con Sarah Sjostrom che anche in piena preparazione vola come se per lei i carichi di lavoro quasi non esistessero.

Queste le cartoline spedite dalla Duna Arena dagli azzurri impegnati nella seconda tappa delle Champions Swim Series che si è disputata nel week end scorso a Budapest. L’attesa grande era per la sfida tra Sjostrom e Pellegrini nei 200 stile libero: tra una campionessa che questa distanza non l’ha mai amata e che la ritiene una sorta di intralcio per la sequenza di gare che le regalano le soddisfazioni più grandi e l’altra campionessa che invece ha un’amore spassionato per i 200, risbocciato dopo l’addio annunciato proprio a Budapest due anni fa. La sfida non è stata stellare a livello di crono, ha premiato la svedese ma Federica Pellegrini per la seconda volta in una settimana ha gareggiato a cavallo dell’1’57” in periodo di pieno carico e questo è un tempo che lascia davvero ben sperare, considerato che Sjostrom non ha espresso un dominio totale. Il ritorno al futuro di Federica Pellegrini, dunque, procede sui giusti binari e anche dalla trasferta ungherese (condita dal terzo posto nei 100 alle spalle di Sjostrom e Blume, non due qualsiasi) la Divina può tornare con il sorriso sulle labbra.

Fabio Scozzoli ha un progetto che si chiama finale olimpica nei 100 rana e lo sta portando avanti con cura, intelligenza e grande meticolosità. A Guangzhou il segnale che aveva lanciato era chiaro: “scordatevi lo Scozzoli velocissimo degli ultimi due anni, se verranno risultati sui 50 saranno una conseguenza del lavoro svolto per fare bene i 100“. Questo lavoro lo ha portato a migliorare il personale a due mesi dal Mondiale in periodo di piena preparazione: un lusso che solo i grandi si possono permettere. Il 100 rana vinto a Budapest (dove Scozzoli ha conquistato il suo primo oro europeo e due anni fa è tornato a disputare una finale Mondiale quattro anni dopo quella precedente) può galvanizzare il ranista romagnolo che, nel suo percorso di crescita nella distanza olimpica, ha bisogno come il pane di continue certezze e il 59″05 vale tantissimo in questo senso.

Vale tantissimo anche il successo ottenuto da Margherita Panziera che, nella strada che porta alla gloria assoluta, deve ancora affrontare qualche tratto impervio, in particolare nella gestione del grande evento internazionale, dove l’esperienza finora è piuttosto limitata. Un grande passo avanti, la dorsista veneta, lo ha fatto lo scorso anno vincendo da favorita l’Europeo di Glasgow ma sono queste le gare che possono davvero permetterle di compiere lo scatto che divide la campionessa da un’ottima atleta. Scendi in acqua a Budapest, a fianco di Katinka Hosszu in una delle sue gare predilette e la batti nettamente con un tempo che non si allontana dal miglior crono mondiale stagionale che già ti appartiene: ecco, tutto questo vissuto in prima persona, può permettere a Margherita Panziera di acquisire sicurezza e solidità che servono per toccare prima degli altri in gare complicate come Mondiali e Olimpiadi.

Piero Codia, invece, è un atleta da cui difficilmente si può attendere l’exploit in gare del genere. Lui si conosce bene e sa che si deve preparare per un evento, forse due all’anno con il massimo dell’impegno e della dedizione. Queste per lui sono tappe intermedie, test che hanno rilevanza relativa. Ci si poteva forse attendere un tempo sotto i 52″ dato il contesto ma poco sarebbe cambiato (se non qualche migliaio di euro in più nelle tasche del friulano che non guastano mai). La certezza è che, con il crono fatto segnare lo scorso anno da Codia si può primeggiare nella categoria a livello mondiale (non si è certi di vincere) e dunque starà a lui prepararsi al meglio per provare a ripetere l’exploit ai Mondiali. Magari fra tre settimane ad Indianapolis si vedrà Codia ancora più competitivo.

 

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Foto: Diego Gasperoni

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