Formula 1

F1, GP Australia 2019: analisi qualifiche. Ferrari regina d’inverno, bastonata in primavera. La cruda realtà dopo l’illusione dei Test

Alessandro Passanti

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Mercedes, le chiacchiere stanno a zero! No, non stiamo parafrasando il celebre John Wayne nel film “Un dollaro d’onore”, ma la scuderia di Brackley in questi primi due giorni del Gran Premio di Australia 2019 di Formula Uno ha visto crollare il suo muro di pretattica, stucchevole in alcune occasioni, dopo settimane nelle quali non ha fatto altro che definirsi “indietro con i lavori” e “distante rispetto alla Ferrari”. Il margine, effettivamente, c’è, ma è a proprio favore. E nemmeno così sottile. Anzi.

La W10, come visto tra prove libere e, soprattutto, nelle qualifiche odierne, sta volando. Pronti, via, e la nuova monoposto targata Mercedes ha terrorizzato tutto il circusNessuno, sinceramente, si poteva aspettare un abisso simile tra le due Frecce d’argento ed il resto del mondo? Andiamo con calma. Un anno fa, dopotutto, i distacchi in qualifica, centesimo più, centesimo meno, erano questi, per cui non è già tempo di decretare concluso il Mondiale 2019 di Formula Uno, ma non si può fare finta di niente. Perchè quanto accaduto è assolutamente degno di nota e va analizzato.

La monoposto anglo-tedesca ha dimostrato di essere la migliore, come spesso le capita a Melbourne, e di avere mosso passi da gigante in avanti rispetto ai test di Barcellona. Dopo una prima settimana complicata, infatti, a Brackley si sono rimboccati le maniche e hanno accelerato, e non poco, i tempi sugli aggiornamenti tecnici. Probabilmente in questo momento la W10 è in vantaggio sui tempi previsti, ma ha davvero compiuto un salto di qualità incredibile che, probabilmente, nemmeno loro si potevano aspettare di questa entità.

Chi si lecca le ferite, decisamente, è la Ferrari che, invece, ha compiuto il percorso inverso. Dopo un ottimo avvio nei test pre-stagionali catalani, infatti, sono sopraggiunti i primi problemi tecnici e di affidabilità che, gioco forza, hanno dovuto far rallentare sviluppi e lavori. Appena sbarcati a Melbourne, poi, la SF90 ha dato la sensazione di essere una vettura veloce, ma che la scuderia non le stia dando tutta la potenza possibile per non rischiare una nuova rottura. I sette decimi accusati oggi da Sebastian Vettel, ed il secondo da Charles Leclerc, dopotutto, non hanno una spiegazione logica, come l’esiguo margine sulle scuderie inseguitrici, su tutte la Haas. Non si può parlare solamente di problemi di set-up o temperature, in casa Maranello c’è dell’altro e, il timore di nuove rotture, sta limitando una SF90 che, fino al Montmelò, appariva la migliore del lotto.

Oltre ad una Mercedes stellare ed una Ferrari con il freno a mano tirato, cosa ci hanno detto le qualifiche odierne dell’Albert Park? In primo luogo che il livello medio del Mondiale di F1 si è alzato. Diverse scuderie come Alfa Romeo (più con Kimi Raikkonen che con Antonio Giovinazzi), Haas e Renault, si sono avvicinate ai top team, con una Red Bull che, se da un lato migliora a livello di motore, non appare però ancora pronta per combattere alla pari con le Mercedes.

Le nuove monoposto (che nelle idee della Federazione dovevano essere più lente di circa 2 secondi con il nuovo regolamento tecnico) invece stanno stupendo, risultando nettamente più veloci, e apparendo dei veri e propri “missili” in pista. Il tempo della pole position di Lewis Hamilton, per esempio, migliora di quasi un secondo quello dello stesso inglese di un anno fa. Numeri che lasciano a bocca aperta, quasi come lo strapotere delle Frecce d’argento. Non stupiscono, invece, le difficoltà della Williams, ampiamente la scuderia peggiore del lotto, mentre alcuni team hanno vissuto una giornata a due facce. Su tutte: la McLaren. La MCL34, infatti, è arriva fino la Q3 con Lando Norris, mentre con la prima guida Carlos Sainz, non ha passato nemmeno il primo taglio. La monoposto inglese, tuttavia, sembra migliorata rispetto alle pessime edizioni precedenti.

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alessandro.passanti@oasport.it

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Foto : LaPresse

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