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Basket, Mondiali 2019: analisi sorteggio. Italia, è andata bene. Le avversarie e il possibile cammino degli azzurri

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A poche ore di distanza dal sorteggio dei Mondiali, si può dire che all’Italia sia andata: se non del tutto bene, quasi per niente male. L’incrocio con la Serbia è ormai una costante degli ultimi anni azzurri: basta dire che, negli ultimi quattro Europei, c’è sempre stato almeno un Italia-Serbia, sempre perso dagli azzurri. Si temeva un girone con il Canada e con una tra le mai semplici Nigeria e Senegal, invece sono arrivate Filippine e Angola. Andiamo a scoprire un po’ meglio queste tre selezioni nazionali.

SERBIA
Argento mondiale 2014, olimpico 2016, europeo 2017: basterebbe soltanto questo per descrivere il livello della Serbia, che se sta attraversando un periodo di crisi a livello di club, per quel che riguarda i giocatori spediti in giro per il pianeta non teme confronti. Sono quattro i serbi attualmente presenti in NBA: Nemanja Bjelica, Boban Marjanovic, Bogdan Bogdanovic e Nikola Jokic. Proprio quest’ultimo, attuale centro dei Denver Nuggets, si sta rivelando fondamentale all’interno degli equilibri della franchigia che sta contendendo ai Golden State Warriors il primo posto nella Western Conference. Tutta da verificare la consistenza di Milos Teodosic, che nella sua recente apparizione con la maglia della sua Nazionale ha combinato più disastri che altro, ma è evidente che se lo si trova in forma si comincia a parlare di altri discorsi. Molto ampia è la scelta di cui può disporre coach Sasha Djordjevic tra i giocatori di Eurolega: solo per citarne alcuni, Nikola Kalinic, Stefan Jovic e lo stesso Nemanja Nedovic, sebbene proveniente da una stagione molto sfortunata. Si parla non solo della favorita del girone, ma anche di una tra le candidate per le medaglie.

FILIPPINE
La grande domanda è: riuscirà la Federazione filippina a portare, insieme, Andray Blatche e Jordan Clarkson? Attualmente la FIBA consente a un unico naturalizzato di far parte del roster di una qualsiasi Nazionale. Oggi il secondo, che milita nei Cleveland Cavaliers, è ritenuto naturalizzato perché il doppio passaporto americano e filippino l’ha ottenuto dopo i sedici anni, ma è annunciata battaglia, in questo senso, in tutte le sedi per poter avere questa coppia in campo. Certamente, con Clarkson e Blatche (21.2 punti e 13.8 rimbalzi di media ai Mondiali 2014) assieme, le quotazioni delle Filippine aumentano. Si tratta di una squadra quasi completamente composta di giocatori presenti nella PBA (la massima lega professionistica del Paese), che nei Mondiali 2014 mostrò un basket molto fisico, con gran voglia di fare da parte di tutti i giocatori. Certo, l’Italia resta un gradino sopra, ma non bisogna mai sottovalutare un popolo che fa della pallacanestro un’autentica religione, a livelli immaginabili forse soltanto in Lituania (e sul forse ci sono dei dubbi): non c’è filippino che non sappia giocare a pallacanestro, come qualsiasi frequentatore dei campetti italiani sa bene.

ANGOLA
Sono due i nomi che fanno da asse portante della formazione angolana: uno è Yanick Moreira, attuale centro della Virtus Bologna in Serie A, l’altro è Carlos Morais, che in A2, a Siena, assommava 15.4 punti di media nel girone Ovest prima che le nefaste vicende societarie lo facessero tornare in patria, al Petro Atlético di Luanda. C’è anche un terzo elemento che ha girato l’Europa prima di tornare in patria, ed è Reggie Moore, quasi trentottenne ala forte con esperienze in Israele e Spagna. Per il resto i giocatori sono tutti distribuiti nelle principali squadre angolane. Teoricamente è l’anello debole del girone, ma la storia insegna che con le africane è sempre meglio non scherzare: l’Angola, in particolare, nel 2006 ha chiuso agli ottavi, e col nono posto, i Mondiali in Giappone dopo aver giocato una memorabile partita contro la Germania, finita però male dopo tre overtime.

 

GLI ALTRI GIRONI
Il più difficile di tutti i raggruppamenti è l’H, a Dongguan. Basta leggere i nomi: Lituania, Australia, Canada, Senegal. Basta immaginare i quattro nomi che duelleranno sotto canestro: Jonas Valanciunas, Aron Baynes, Tristan Thompson, Gorgui Dieng. Tutta gente ben nota a chi segue con costanza il mondo NBA: dovessero esserci tutti, ci sarà davvero da divertirsi tanto. Non è andata benissimo alla Turchia, che oltre a ritrovarsi gli Stati Uniti nel girone E devono anche guardarsi dalla Repubblica Ceca del duo Vesely-Satoransky. Russia favorita nel raggruppamento B, dove l’Argentina è sì forte, ma ha perso la Generacion Dorada, mentre il ruolo di disturbatrice spetta alla Nigeria. Interessante anche il gruppo F, con Grecia, Brasile, Montenegro e Nuova Zelanda: la lotta verosimilmente sarà tra le prime tra Nazionali citate. Francia e Germania paiono candidate facili a superare il girone G, mentre la palma di raggruppamento meno impressionante del lotto spetta a quello di Pechino, con la Cina padrona di casa, il Venezuela, la Polonia e la Costa d’Avorio. La Spagna, invece, dovrebbe avere vita facile nel gruppo C, che sarà interessato dalla lotta tra Porto Rico, Iran e Tunisia, con i portoricani favoriti.

LE PROSPETTIVE DELL’ITALIA
E’ proprio con queste ultime quattro squadre che potrebbe incrociarsi il destino azzurro in caso di passaggio della prima fase. Va ricordato che, in caso di passaggio del turno, l’incrocio con le squadre del girone C prevede che si giochi soltanto contro le due ancora non affrontate nei primi tre incontri. Traducendo in termini pratici, appare evidente come all’Italia, per superare anche la seconda fase, serva una vittoria ai danni di una tra Serbia e Spagna: un obiettivo piuttosto complesso da raggiungere, ma che, con un minimo di fortuna (e, perché no, la presenza di tutti i migliori) si può anche tentare di porre nel mirino. Nei fatti, l’obiettivo reale può essere, più ancora che quello di raggiungere i quarti di finale, di trovare uno dei sedici (più due per regione FIBA) posti validi per un Torneo Preolimpico tra i quattro che si svolgeranno nel 2020. Bisogna ricordare, infatti, che alle Olimpiadi di Tokyo 2020 si qualificano direttamente, tramite i Mondiali, la migliore asiatica, la migliore oceanica (tra Australia e Nuova Zelanda), la migliore asiatica, le due migliori europee e le due migliori americane, per un totale di sette squadre (oltre al Giappone che ospita).

Chiaramente, tutte queste prospettive vanno commisurate in relazione al roster che avremo a disposizione, perché con Danilo Gallinari, Marco Belinelli, Luigi Datome, Nicolò Melli e Daniel Hackett si può ragionare in una maniera, ma se manca uno di questi le idee sono da rivedere. Dal momento che è ancora molto presto per fare questo tipo di valutazioni, va soltanto lasciato al tempo il potere che ha già, cioè quello di scorrere.

 

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federico.rossini@oasport.it

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Credit: Ciamillo

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