Rugby

Rugby, Conor O’Shea: “Far vincere l’Italia vale una carriera intera. Abbiamo un grande futuro, si vede la luce”

Pubblicato

il

L’Italia del rugby sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia, le 19 sconfitte consecutive nel Sei Nazioni rappresentano un vero e proprio record, la nostra Nazionale fatica a tenere testa alle big della palla ovale e il CT Conor O’Shea è sempre messo in discussione: non si vedono grandi passi in avanti, il gioco latita e manca sempre qualcosa per provare a vincere una partita nel torneo più prestigioso. La batosta contro la Scozia e l’onorevole ko con il Galles nelle ultime due settimane non fermano comunque il nostro allenatore che ha rilasciato un’intervista a Tuttosport: “Da quando alleno questa è di gran lunga la sfida più difficile e complicata che io abbia mai affrontato. Ma portare l’Italia alla vittoria vale un’intera carriera“.

Lo Stadio Olimpico era pieno soltanto per metà in occasione dell’ultima sfida contro i Dragoni, l’Italia non vince a Roma da addirittura sei stagioni e l’ultimo trionfo nel Sei Nazioni è ormai vecchio di quattro anni. Sembra che il pubblico si stia stancando ma O’Shea è molto chiaro: “Contro la Scozia e il Galles abbiamo perso ma abbiamo lottato sino all’ultimo minuto. Questo è un gruppo di giocatori che non molla mai e che lotta anche contro pronostici che li danno sempre perdenti“.

Lo sguardo è sempre rivolto verso il futuro: “Paghiamo il fatto che le altre squadre hanno cambiato il loro approccio al gioco, mentre l’Italia per anni è rimasta uguale a se stessa. Adesso abbiamo impostato un lavoro che guarda al futuro. Si vede la luce in fondo al tunnel e non è un treno che arriva in senso contrario“. I nomi per il futuro?: “Campagnaro, Padovani, Morisi, Allan, Minozzi… Il rugby italiano non è perdente e, soprattutto, non lo sarà“. Ma si guarda anche al presente anche perché “ragazzi come Sergio Parisse e Leo Ghiraldini non possono aspettare il futuro. Prima che loro smettano dobbiamo tornare a vincere“.

In autunno si disputeranno i Mondiali in Giappone, l’Italia è inserita nel girone di ferro con Nuova Zelanda e Sudafrica, i quarti di finale sembrano irraggiungibili: “Contiamo di recuperare parecchi infortunati e avremo di fronte a noi quattro mesi di lavoro insieme. Sono convinto che il nostro livello crescerà ulteriormente e che potremo giocarcela”. La prossima partita del Sei Nazioni sarà contro l’Irlanda, il Paese natale di Conor: “L’ultima volta a Dublino mio fratello è venuto allo stadio indossando la maglia dell’Italia. Tutta la mia famiglia mi supporta molto a partire da mia moglie. E mia madre la sera della sconfitta contro il Galles si è messa al computer per spedirmi una mail: ha paragonato il lavoro che sto facendo con l’Italia a quello di un contadino e mi ha invitato a pazientare dicendomi che i semi che ho piantato cresceranno“.

 

[embedit snippet=”adsense-articolo”]

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Foto: LPS

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version