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Bob, Patrick Baumgartner possibile pioniere della rinascita italiana. Fondamentali le Olimpiadi 2026

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Patrick Baumgartner ha vinto la Coppa Europa nel bob a 4. Si tratta di uno sport in cui l’Italia vanta una tradizione gloriosa, se pensiamo che occupa la terza posizione nel medagliere storico dei Mondiali con ben 17 ori! Il Bel Paese conta anche quattro trionfi olimpici, l’ultimo nel 1998 con Gunther Huber ed Antonio Tartaglia. Da allora un declino triste e malinconico. Negli anni Duemila ci ha pensato Simone Bertazzo a provare a tenere alta la bandiera con risultati di rilievo come un bronzo iridato nel 2007, tre affermazioni in Coppa del Mondo ed un terzo posto nella classifica generale nel 2011. Con il tempo, tuttavia, l’Italia è rimasta indietro, mentre il mondo viaggiava a velocità supersonica. L’accordo con la Ferrari per lo sviluppo delle slitte si è rivelato nei fatti poco utile e siamo rimasti distanti anni luce dalle grandi potenze sotto il profilo tecnologico e dell’aerodinamica. Inoltre la chiusura della pista di Cesana Pariol rappresentò una sorta di “de profundis” per un movimento i cui praticanti si potevano contare sulle dita di due mani. In questa stagione la Fisi ha finalmente deciso di provare a rilanciare il bob, sport purtroppo caduto nel quasi totale dimenticatoio ed ormai quasi mai neppure citato dai nostri colleghi di altre testate generaliste. Simone Bertazzo, nel frattempo diventato allenatore, è stato affiancato dal tecnico tedesco Manuel Machata, campione del mondo nel bob a 4 nel 2011. Inoltre è stato attuato un reclutamento dall’atletica per accrescere il numero di praticanti: la lunghista Tania Vincenzino e la discobola Giada Andreutti hanno già raccolto risultati interessanti.

Il futuro del bob italiano dipenderà però da quanto accadrà il prossimo 24 giugno: se davvero Milano e Cortina otterranno l’assegnazione delle Olimpiadi del 2026, potrebbe davvero cambiare tutto. L’Italia tornerebbe a fregiarsi di una pista a Cortina (verrebbe ristrutturata la mitica “Eugenio Monti”, con l’auspicio che non faccia la fine di Cesana…) e, soprattutto, avrebbe a disposizione risorse supplementari per investire su questo sport. E chissà che non sia proprio Baumgartner il paladino della rinascita. Un ragazzo a cui il talento non è mai mancato alla guida e che nel 2012 vinse l’oro alle Olimpiadi Giovanili. In questi anni ha lavorato sodo per sopperire al tallone d’Achille della fase di spinta, progredendo dal punto di vista fisico e muscolare. E’ chiaro che tra Coppa Europa e Coppa del Mondo esiste un abisso, un po’ come accade nello sci alpino. Eppure vogliamo sperare che il successo nel circuito minore possa rappresentare la prima pietra della rinascita sulle macerie del passato recente.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Pier Colombo

1 Commento

  1. ghost

    14 Gennaio 2019 at 11:04

    “Fondamentali le Olimpiadi del 2026”
    permettetemi di non essere per nulla d’accordo.
    Fondamentale sarebbe avere una pista “da mondiale/coppa del mondo” permanente e un progetto ben congegnato a lungo termine (sia per il reclutamento che per l’allenamento quotidiano tanto a secco quanto in pista).
    Fondamentale è aumentare il numero di praticanti tra cui scegliere e affinare il talento.
    Fondamentali sono gli investimenti federali, del coni e del governo (e su questo siamo tutti d’accordo…senza soldi non si va da nessuna parte nello sport e non solo).
    Le Olimpiadi del 2026, a parte stimolare l’orgoglio milanese del sottoscritto, ho paura che finirebbero invece per produrre danni profondi agli sport invernali Italiani, come fu per Torino 2006 (dopo la quale, a differenza di tutti gli altri Paesi che ospitarono i Giochi -non importa se invernali o estivi- che addirittura migliorarono le proprie prospettive in ogni disciplina, l’Italia sprofondò nella vergogna di Vancouver e nello scempio di Sochi, con i 2 peggiori risultati da quando gli sport “bianchi” Italiani sono apparsi sulla mappa internazionale in modo serio, costante e multi-disciplinare).
    Ovviamente spero di sbagliarmi, di ritrovarmi tra 7 anni a godere delle più belle Olimpiadi invernali di sempre, con il maggior numero di trionfi azzurri di sempre e con un movimento sportivo italiano (anche a livello di appassionati e di spettatori sulle piste e davanti alla tv) infinitamente superiore a oggi, ma gli insegnamenti di Giovan Battista Vico (corsi e ricorsi…la storia che si ripete…qualcuno ha presente?) mi portano a credere che un bel ripasso di storia e filosofia farebbe bene anche a Malagò e compagnia.

    • Federico Militello

      14 Gennaio 2019 at 12:07

      Tu stesso parli dell’importanza di avere una pista. L’unica speranza di averla è di ospitare le Olimpiadi, altrimenti non c’è nessuna volontà da parte delle Istituzioni di crearne una.

      • ghost

        14 Gennaio 2019 at 20:53

        se le Olimpiadi sono l’unica scusa per convincere le istituzioni a risollevare l’impianto Cortinese, allora siamo messi proprio male anche a livello politico e di buona volontà/amministrazione.
        Io penso che impianti così “tecnici” e indispensabili anche solo per la pratica di base di certi sport (penso al budello del ghiaccio, ma anche a un Oval coperto e attivo tutto l’anno e, passando agli sport “estivi”, a un velodromo altrettanto coperto e sempre attivo) nonchè per la preparazione degli atleti di vertice, dovrebbero essere un asset fondamentale e inalienabile nella diretta disponibilità delle rispettive federazioni, costruiti e gestiti (sia dal punto di vista economico che da quello pratico) dalle stesse (magari con aiuto finanziario e supervisione del ministero preposto, per evitare sprechi, abusi e “personalismi” deleteri).
        Non può essere accettabile che il futuro di interi sport in un “grande” Paese come il nostro dipenda dai capricci di 87 “babbioni” probabilmente prezzolati che decidano o meno di assegnare l’oraganizzazione un evento raro e occasionale come un’edizione dei Giochi Olimpici.

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