Australian Open 2019, Fabio Fognini: “Soddisfatto dell’esordio. Obiettivo del 2019? Stare sul pezzo”

Giandomenico Tiseo

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Missione compiuta per Fabio Fognini nel match d’esordio degli Australian Open 2019 contro il giovane spagnolo Jaume Munar. Il 7-6 7-6 3-1 ha regalato il successo a Fabio, in conseguenza del ritiro del rivale nel terzo parziale. Un match non facile nel corso del quale l’azzurro ha saputo tirar fuori il meglio del proprio tennis quando è stato necessario.

Una vittoria quindi non banale come si potrebbe pensare: “Qualche problema me lo ha creato, potevamo anche essere un set pari dopo oltre due ore. Munar è uno che lotta su ogni palla, serve bene, è giovane e ha tutto per salire nel ranking. Le condizioni poi qui a Melbourne sono molto difficili: caldo, umido e i campi molto più veloci del passato non mi favoriscono. Negli Slam è importante partire con il piede giusto e quindi sono soddisfatto“, ha dichiarato il ligure nel post partita (fonte: federtennis).

Un Fognini, attualmente numero 13 del mondo, che ha sempre nel mirino l’essere parte della top-10. Un obiettivo che, a quanto pare, però il tennista di Arma di Taggia non vuol dichiarare apertamente: “Alla classifica non penso più come in passato, alla mia età non mi sposta molto. Lo scorso anno a New York avevo la possibilità di entrare tra i primi dieci e l’ho sprecata. Poi in Cina mi sono fatto male alla caviglia e quei tornei potevano darmi un’altra chance. L’obiettivo del 2019 è giocare bene i tornei più importanti. Devo stare sul pezzo, se li gioco bene il ranking verrà da sé. Ma senza pensarci troppo o mettermi pressione“.

Non poteva mancare l’opinione dell’azzurro relativamente al ritiro annunciato da Andy Murray, protagonista ieri della sua ultima partita in Australia, eliminato dallo spagnolo Roberto Bautista Agut: “Ho visto la sua conferenza stampa in cui ha annunciato il ritiro per il problema all’anca il giorno dopo. Certo spiace, ci conosciamo da quando avevamo 14 anni e abbiamo giocato dei gran match contro, penso alla Davis a Napoli e a Roma dove ho vinto io o alle Olimpiadi di Rio dove mi ha battuto di un soffio. Mi hanno colpito le sue parole, quando ha detto che se di una cosa si pente e di non essersi fermato quando era il caso. Probabilmente il troppo allenamento lo ha portato a questo punto”.

 

 

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Foto: Patrick Bengtsson / Shutterstock

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