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Calcio, Pablo Perez sulla Finale di Copa Libertadores 2018: “Se avessimo vinto ci avrebbero uccisi. Il medico non mi è mai venuto a vedere”

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Quello che avrebbe dovuto essere una festa di tifo e passione si sta trasformando in qualcosa che con il calcio non c’entra nulla. Ci riferiamo alla Finale di ritorno di Copa Libertadores 2018 tra Boca Juniors e River Plate. L’assalto dei tifosi del River al pullman della squadra avversaria, prossimo al Monumental, ha rappresentato una delle pagine più nere del “Pallone”. E in attesa di sapere se e quando questo match potrà disputarsi, a dire la propria è stato Pablo Perez, capitano del Boca e ferito all’occhio sinistro in conseguenza della rottura dei vetri nel corso dell’aggressione.

Se perdo l’occhio non me lo restituisce nessuno. Come possiamo andare in un campo dove non c’è sicurezza? Non posso giocare in un campo dove possono uccidermi. Hanno continuato a tirare pietre. Volevano farmi di nuovo male nonostante stessi andando all’ospedale. E poi, se avessimo giocato e vinto, cosa sarebbe successo? Ci avrebbero uccisi”, le parole del giocatore riportate da TNT Sport.

E poi la rivelazione: Il medico non mi è mai venuto a vedere. Ha firmato un foglio dove diceva che ero in condizione di giocare. Una vergogna. Dall’occhio sinistro non vedevo nulla, dovevo tenerlo chiuso perché mi lacrimava. Lui doveva avere l’ordine di non visitarmi. Se si fosse giocato, sarei dovuto andare ugualmente in campo perché mi stavano obbligando, però non ero in condizione”.

Una vicenda che getta ulteriori ombre su un match che ha decisamente oltrepassato i limiti della decenza per il pre e per il post.

 

 





 

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: Natursports / Shutterstock.com

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