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“La battuta di Fabiola”: il Mondiale di Maruotti, un momento d’oro

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L’Italia intera era in attesa del primo big match, curiosa di vedere una sfida all’ultimo sangue in prima serata. I ragazzi di Blengini non vedevano l’ora di misurarsi con una delle corazzate pretendenti al titolo per testare veramente il livello di gioco raggiunto nell’appuntamento più importante della stagione. La preparazione estiva procede per mesi con l’immagine dei migliori bene impressa nella mente, con il pensiero fisso di come essere più potenti e più veloci di loro. Sicuramente i russi campioni d’Europa, ovvero della Nations League, sono un rooster da cerchiare con il pennarello rosso.

L’ufficialità della qualificazione alla Final Six di Torino, arrivata prima dell’inizio della gara, non cambia l’approccio quando si hanno ambizioni d’oro. Come spesso accade negli incontri delicati l’inizio è teso e fatto di errori, soprattutto al servizio. Vogliamo picchiare forte e dettare legge in casa nostra, ma spesso il limite è troppo tangibile e ora gli avversari sono dotati di altezze vertiginose oltre che di qualità da fuoriclasse. Nonostante tutto, dopo la prima frazione, la squadra da battere diventa l’Italia. 

Le preoccupazioni della Russia crescono insieme alle motivazioni e al suo gioco. I ragazzi di Shliapnikov dominano le successive due frazioni, dando prova di grande esperienza. La reazione dell’Italia arriva leggermente in ritardo nel terzo set, continuando alla grande nel quarto. Purtroppo il tie break ci vede sconfitti per la prima volta in questa competizione. 

Uomo del match… Gabriele Maruotti! Il suo Mondiale si sta rivelando un vero momento d’oro. In mezzo a tanti campioni e a fisici impressionanti, è lui che spicca per coloro ai quali piace vedere tecnica sopraffina e presenza in campo da grandissimo giocatore di equilibrio. Batte bene trovando addirittura 3 ace, difende, copre e attacca veloce nei piccoli spazi lasciati liberi dalle possenti braccia dei russi. Concentrato, sereno e preciso, sembra proprio a suo agio nel palcoscenico che gli spetta.

L’Italia ha avuto bisogno di lui più e più volte ultimamente e lui l’ha servita, fungendo da esempio per tutti gli atleti che partono in panchina e aspettano la loro occasione. Ci vuole un pizzico di fortuna, ma poi è necessario il suo carattere. Lo immagino fra qualche anno, seduto davanti alla tv a far rivedere queste partite al figlio Brando, ancora troppo piccolo per ricordarsi le prestazioni del papà. Sarà orgoglioso come lo siamo noi ora. Siamo orgogliosi di tutti i nostri 14 giocatori, capaci di giocare alla pari con i più forti del mondo.

 

Di Fabiola Facchinetti, giocatrice in A1 della Vero Volley Monza





Foto: Valerio Origo

 

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