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Basket, Finale Scudetto 2018: gara-4 tra la voglia di pareggio di Trento e le ambizioni di allungo di Milano

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Dopo aver accorciato le distanze in gara-3, la Dolomiti Energia Trentino punta a pareggiare i conti nella finale scudetto contro l’EA7 Emporio Armani Milano in gara-4. Teatro della sfida sarà ancora l’ex PalaTrento, oggi BLM Group Arena. Negli incontri precedenti, entrambe le squadre hanno difeso il fattore campo.

L’Olimpia, che con l’incontro di stasera vuole arrivare ad avere la possibilità di chiudere il discorso già in gara-5 al Mediolanum Forum, ha preparato l’incontro con riunione al mattino e al pomeriggio con lavoro atletico e tecnico in una palestra alla periferia di Trento. Davide Pascolo si è sottoposto a una seduta rigenerante in piscina. L’obiettivo l’ha, tra le righe, dichiarato Simone Pianigiani già nell’immediato dopo gara del terzo incontro: non permettere più a Trento di giocare la sua partita, al suo ritmo, alle sue condizioni.

Dal fronte dell’Aquila, invece, già arrivano le parole di Ojars Silins, che dopo una brutta gara-1 si è più che ridestato nei due incontri successivi: “Per una partita importante come gara-4 ci serve più che mai il nostro gioco, il nostro miglior gioco: dobbiamo riprendere subito il discorso interrotto in gara-3, cominciando il match subito intensi ed aggressivi. Il pubblico di Trento ci fa sentire bene, ci carica, alimenta le riserve di energia fisica e mentale di cui necessitiamo per il tipo di pallacanestro che esprimiamo. I piccoli aggiustamenti che abbiamo apportato dopo gara-2 hanno dato buoni frutti, anche perché ci siamo fatti trovare tutti pronti fin dal primo istante: determinati a rimbalzo, attivi in difesa, coinvolti e altruisti in attacco”.

Da parte milanese, molto passa per le mani di Goudelock e Jerrells. I due americani sono stati la delizia delle prime due gare e la croce della terza, in cui a tenere a galla l’Olimpia ci ha pensato la parte baltica della squadra, cioè Bertans e Gudaitis, l’uno alla miglior prova della finale e l’altro autore di sei punti nel terzo quarto, nel tentativo di non far sprofondare i suoi. Sarebbe importante, per le scarpette rosse, ritrovare il Mindaugas Kuzminskas della serie con Brescia: l’ex New York Knicks è stato finora del tutto evanescente in questa finale, con 16 punti totali in tre partite in cui è stato impiegato ogni volta per circa 20 minuti.

Per quanto riguarda Trento, le note positive vengono dall’aver ritrovato la coppia Sutton-Hogu: entrambi sono andati in doppia doppia in gara-3 (19 punti+10 rimbalzi l’uno, 18+10 l’altro) nella serata in cui Shields è andato al di sotto delle proprie potenzialità, chiudendo con 8 punti frutto di un 3/11 complessivo dal campo. Molto passerà anche dalla capacità di limitare le fiammate dall’arco dei tre punti della formazione ospite: spesso Milano le partite tende a vincerle quando tira con oltre il 40% (e in alcuni casi oltre il 50%) dall’arco, fattore molto accentuato dal girone di ritorno in poi. Le perde (o ci va vicino), invece, se quel 40% non lo raggiunge; per l’Aquila il discorso, su percentuali diverse, è simile, ma incide meno perché gioca un altro basket, in cui se non ha una risorsa ne trova sempre un’altra, come ha dimostrato sia nelle due sconfitte che nella vittoria. Non c’è Sutton, c’è Shields. Non c’è Shields, c’è Sutton. Non c’è Silins, c’è Franke. Non c’è Forray realizzatore, c’è Forray rimbalzista. Se Milano può avere punti e gioco da tanti uomini, Trento ha dimostrato di non essere da meno.

L’appuntamento, dunque, è per stasera alle ore 20:45, per una gara dai tanti punti di domanda. Una gara-5 è già prenotata al Mediolanum Forum; Milano vuole fare in modo che si arrivi a giocare solo quella, Trento è intenzionata a dare pareggio e certezza di una gara-6 al suo pubblico.

 

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Credit: Ciamillo

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