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Ciclismo

Giro d’Italia 2018: il borsino dei favoriti in vista dell’ultima settimana. Yates ipoteca la rosa? Dumoulin regge, Pozzovivo sogna il podio

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Il borsino dei favoriti del Giro d’Italia 2018 in vista della terza settimana.

SIMON YATES: tre vittorie di tappa più il successo concesso a Chaves sull’Etna. Dopo 15 giorni di corsa ha oltre due minuti di vantaggio sul secondo in classifica e nella giornata di ieri a Sappada ha palesato tutta la sua superiorità. Certo, può pagare la cronometro, ma se i valori in salita dovessero confermarsi simili a questi, può allungare nuovamente nelle tre frazioni più impegnative dell’ultima settimana. A 25 anni è la maglia rosa più intraprendente e spettacolare degli ultimi anni, pur con un campo partenti di assoluto valore. Sembra aver fatto il definitivo salto di qualità, per diventare il corridore che ci si attendeva sin dal passaggio al professionismo. Al momento è il grande favorito e senza inconvenienti sembra lanciato verso la conquista della corsa rosa.

TOM DUMOULIN: la cronometro non sarà sufficiente per vincere il Giro d’Italia. Simon Yates sta volando e nei 34 chilometri tra Trento e Rovereto potrebbe anche limitare i danni. L’olandese, però, non sembra quello dello scorso anno. Anche ieri si è staccato e, a parte nella tappa di Osimo, non ha mai dato dimostrazione di una forma straripante. Dopo lo Zoncolan era pessimista, ora le sue quotazioni sono ancora in ribasso. Resta comunque il secondo maggior indiziato per la vittoria finale, ma ora come ora paga troppo da Yates in salita per pensare di poter riuscire a doppiare il successo dello scorso anno.

DOMENICO POZZOVIVO: è al miglior Giro d’Italia della carriera, nonostante i 35 anni. Solido, costante, non perde mai un colpo. Terzo sullo Zoncolan, brillante a Sappada dove però non è riuscito a concretizzare. Intanto, però, è terzo, pur senza partire tra i grandi favoriti, ed in piena corsa per migliorare il proprio piazzamento più alto nella corsa rosa. La terza settimana è sempre stata un’incognita, ma al contempo non è nemmeno mai stato così forte. Il podio è un sogno? No, adesso è una speranza più che concreta.

THIBAUT PINOT: manca qualcosa. Poco, ma comunque manca. Aggressivo, dinamico, ma mai al livello dei primissimi. Esce tra gli sconfitti dai primi due giorni sulle Alpi, specialmente in ottica vittoria e, perché no, podio. La cronometro potrebbe giocare a suo favore (ma attenzione a Pozzovivo, non è inferiore) e al momento il terzo posto sembra essere l’obiettivo massimo cui può puntare, anche perché sono rare le occasioni in cui, nell’arco della carriera, è riuscito a staccare tutti facendo la differenza.

MIGUEL ANGEL LOPEZ: cresce ma paga già distacchi importanti. Oltre 4′ da Yates, 2 dal podio. La cronometro potrebbe affossarlo ulteriormente e fino ad ora in montagna non ha fatto la differenza che ci si poteva attendere alla vigilia. Può far saltare il banco attaccando da lontano grazie alla squadra, ma per ribaltare la situazione poi servono anche le gambe. In ottica maglia bianca ha soli 20” di margine su Carapaz.

RICHARD CARAPAZ: sesto nella generale, è la rivelazione di questo Giro. Sullo Zoncolan è andato in difficoltà, ma ha prontamente reagito e si è tenuto alla grande in linea di galleggiamento. Il suo Giro è già positivo con la vittoria di Montevergine, un piazzamento tra i migliori 5 o la maglia di miglior giovane lo impreziosirebbero ulteriormente. Ha le gambe per farlo, forse gli manca l’esperienza in una corsa così importante.

CHRIS FROOME: sullo Zoncolan si era rilanciato alla grande e addirittura sembrava potesse rientrare nella lotta per la maglia rosa. A Sappada, però, un’altra battuta d’arresto l’ha spedito a 5′ da Yates e 2’30” dal podio. Con la cronometro il terzo posto può rientrare tra i suoi obiettivi, ma manca la continuità di rendimento ad alti livelli. Lo Zoncolan, probabilmente, è una salita che gradisce molto come caratteristiche (anche sull’Angliru, simile, era andato molto bene alla Vuelta), ma quando le pendenze non sono così arcigne paga un deficit importante rispetto ai contendenti. Il giorno di riposo e la cronometro possono fargli solo del bene.

FABIO ARU: inutile accanirsi. Un Giro storto può capitare. Pur tra tante difficoltà non era mai andato così male, e il suo valore non può essere questo, considerando le tante vittorie in carriera anche a livello internazionale. Ieri è andato alla deriva, finito il Giro ha bisogno di resettare e capire cosa non sta più funzionando alla perfezione da un paio d’anni a questa parte.





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Foto: Fabio Ferrari – LaPresse – Comunicato Stampa Rcs

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