Editoriali

Italia, le Olimpiadi non sono la Coppa del Mondo…

Federico Militello

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Forte di 79 podi stagionali tra Coppa del Mondo e Grand Prix nelle varie discipline, l’Italia si è presentata alle Olimpiadi di PyeongChang 2018 con ottimismo ed entusiasmi forse eccessivi. La prima giornata dei Giochi ci ha fatto bruscamente tornare sulla terra.

Certo, non era da questo sabato 10 febbraio che dipendeva il medagliere azzurro. L’unica chance era riposta nella sprint femminile di biathlon, dove serviva la gara perfetta a Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer per salire sul podio, risultato che in effetti si sarebbe materializzato in caso di 100% al poligono. Pur con condizioni di vento particolarmente complesse, le nostre portacolori si sono perse sul più bello, in particolare la Wierer, zavorrata da due errori pesantissimi anche in ottica inseguimento. Quando in gioco ci sono delle medaglie, la carabina sembra pesare di più, così come il bersaglio pare assottigliarsi. Stesso sport, sensazioni e soprattutto importanza diverse rispetto alla Coppa del Mondo.

Le prime due manche del singolo di slittino, inoltre, hanno certificato l’involuzione tecnica di Dominik Fischnaller. Un atleta di ormai 25 anni che, ad oggi, solo sporadicamente ha saputo graffiare in una carriera che sinora ha proposto molti più bassi che alti. E dire che le condizioni per ben figurare c’erano tutte: da una pista favorevole, fino al freddo tanto invocato per consentire alle slitte tricolori di rendere al meglio. Nonostante ciò, Fischnaller ha commesso errori gravi, archiviando in anticipo qualsiasi sogno di gloria. E’ vero, i risultati in Coppa del Mondo, vittoria di Lillehammer a parte, non vedevano l’altoatesino tra i favoriti, che aveva tuttavia puntato quasi tutto sulle Olimpiadi, testando di volta in volta materiali diversi. La realtà racconta di un buon atleta, capace di conquistare qualche ottimo piazzamento su determinate piste (su tutte Igls, dove fu bronzo iridato lo scorso anno), ma ancora incapace di mantenere quella continuità ai massimi livelli tipica dei campioni. Meglio di lui ha fatto il cugino Kevin, sesto e ancora potenzialmente in gara per una difficilissima medaglia di bronzo.

Le uniche note davvero liete della giornata sono pervenute dallo short track. L’Italia ha strappato una fondamentale qualificazione per la finale della staffetta femminile, trascinata da un’Arianna Fontana in ottima condizione anche negli amati 500 metri, dove ancora una volta dovrà vedersela con lo spauracchio britannico Elise Christie. Per il quartetto non sarà facile, con Canada, Corea del Sud e Cina, riuscire a strappare una medaglia. Le azzurre potranno di sicuro giocarsela e potrebbe rivelarsi determinante l’innesto dell’italo-canadese Cyntia Mascitto, a cui sinora è stata preferita Cecilia Maffei.

Archiviata la prima giornata, è già tempo di proiettarci sulle gare di domenica 11 febbraio. Nei 5000 metri di speed skating Nicola Tumolero ed Andrea Giovannini rientrano nel lotto di 6-7 atleti in lizza per una medaglia. Attesa poi per lo sci alpino con la discesa libera maschile. Nel 2017 l’Italia, nonostante una stagione da record in Coppa del Mondo, chiuse un Mondiale quasi fallimentare a St. Moritz, salvata solo dal bronzo di gigante di Sofia Goggia. Riusciranno gli alfieri del Bel Paese a mutare il trend, riuscendo finalmente a vincere o salire sul podio anche nei grandi eventi? In fondo le Olimpiadi non sono la Coppa del Mondo…

federico.militello@oasport.it

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