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Biathlon, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: il vento domina la staffetta femminile. Italia da montagne russe, Lisa Vittozzi si conferma

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Una staffetta femminile che abbiamo vissuto tutti senza fiato. Una gara difficile, a più riprese caratterizzata da vento forte al Biathlon Centre di Alpensia: l’Italia ha chiuso al nono posto al termine di una prova con lati negativi e altri positivi, in cui comunque è riuscita a rimanere in lotta per il podio fino all’ultimo poligono.

La migliore, come spesso le capita ultimamente, è stata Lisa Vittozzi, che al pari di quanto fatto nella staffetta mista ha cambiato in prima posizione al lancio. Una ricarica a terra, perfetta in piedi, Lisa ha dimostrato ancora una volta che la sua crescita non è un fuoco di paglia e che in futuro le avversarie dovranno fare i conti con costanza sempre maggiore anche con lei. Le Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018 l’hanno consacrata verso quello che dovrebbe essere il suo quadriennio, verso Pechino 2022. Ha il talento, la forza e la determinazione per arrivare in alto ed emergere.

Note discordanti nella melodia di Dorothea Wierer, in seconda frazione. Nella serie a terra ha rischiato di far sprofondare la squadra italiana, ma in piedi ha risposto presente riportandola al primo posto, superando 11 avversarie al poligono. Una piccola impresa, a testimoniare le difficili condizioni della gara, che ha visto diverse atlete incappare in penalità. Restano, in ogni caso, gli errori e un passo sugli sci che come per tutte le Olimpiadi non è sembrato quello dei suoi periodi migliori.

Sia Nicole Gontier che Federica Sanfilippo hanno girato, portando a 4 il conto delle massime penalità per l’Italia. Troppe, purtroppo, per ambire ad un podio che poteva essere alla portata della squadra italiana, tra le più complete al via anche se con una formazione piuttosto rimaneggiata rispetto a quello che potrebbe essere il quartetto titolare. Alexia Runggaldier avrebbe potuto dare alla squadra maggiore solidità, concedendo magari anche a Vittozzi di sfoderare i cavalli in seconda o in terza frazione, per fare la differenza a gruppo già sgranato, ma non era in condizioni per dare garanzie maggiori delle compagne, che pur senza brillare si sono ben disimpegnate in un contesto molto complesso.

Difficile, in ogni caso, commentare una gara così fortemente influenzata dalle condizioni del vento, con raffiche di fatto su tutte le serie di tiro che hanno fatto sprofondare anche le nazioni più accreditate, come la Germania, o hanno permesse rimonte incredibili, come la stessa Wierer o la Svezia, che nell’ultima frazione è passata dall’ottava alla seconda piazza. Le quattro portacolori italiane sono riuscite a difendersi, rimanendo in lotta per il podio fino all’ultimo poligono: è mancato qualcosa per fare il botto, ma nonostante si siano classificate solamente none hanno dimostrato ancora una volta di poter essere tra i fari del movimento internazionale femminile. 

Con la prova odierna, si sono concluse le prove femminili di biathlon alle Olimpiadi di PyeongChang 2018. Eccezion fatta per la staffetta mista (in cui Wierer e Vittozzi hanno gareggiato con Lukas Hofer e Dominik Windisch arrivando al bronzo) le ragazze italiane non hanno conquistato medaglie: un bottino scarno e che probabilmente non rende giustizia ai risultati ottenuti negli ultimi anni, specialmente da Dorothea Wierer. All’atleta più rappresentativa del biathlon italiano è mancato qualcosa nell’appuntamento più importante, quando il differenziale tra lei e le altre big è sembrato dilatarsi, invece che chiudersi. Un vero peccato per un’atleta che ha scritto e sta scrivendo pagine importanti della storia di questo sport in Italia e che probabilmente è alla sua ultima Olimpiade. Da questi Giochi, invece, esce rinforzata la figura di Lisa Vittozzi, che ha sfiorato un paio di medaglie tra sprint e mass start, dando un’impressione generale migliore di quella di Wierer, anche se non è ancora al livello dell’altoatesina: potrebbe essere, questo, il trampolino di lancio perfetto per la carriera della sappadina?





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Foto: FISI-Pentaphoto

 

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