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Ciclismo, Gianni Moscon: “Potrei debuttare al Tour, sogno la Roubaix. Voglio rimanere in Sky. Io, agricoltore prestato alla bici”

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Sono un po’ un agricoltore prestato al ciclismo, mi sento un po’ così“. Con questa affermazione Gianni Moscon si racconta nella lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. La grande promessa del ciclismo italiano ha da poco concluso un’ottima stagione e si prepara al 2018 in cui dovrà rilanciarsi ulteriormente. Le aspettative sul corridore della Sky sono tante e lui proverà a non deluderle.

Gianni parla proprio di agricoltura e delle similitudini che ci vede con il suo sport: “Fin da piccolo sono andato nei campi con mio padre. I nonni vivevano di quello, venivano dalla povertà delle guerre, mi hanno trasmesso dei valori. La vita era così dalle mie parti. E in agricoltura ci sono dei principi più che validi per la bici. Se tu curi bene una pianta e ti dedichi a lei dà frutti buoni, grossi, omogenei. E più ti dedichi e sei meticoloso… Nel ciclismo è uguale, con l’allenamento e i particolari. Potresti andare alle gare senza fare niente e ti ritiri tutte le vote. Mentre se ci mette dedizione, impegno, passione… Io ho questo spirito retrò, antico. Mi piacciono le cose antiche“.

Moscon racconta anche della sua grande passione per la Parigi-Roubaix: “Anzitutto il quinto posto di quest’anno è stata la prima conferma che non erano solo chiacchiere, che potevo essere competitivo davvero ad alto livello. Poi è l’unica cosa che non assomiglia sul serio a nient’altro. Nel ciclismo prima magari si correva su strade sterrate che ora sono asfaltate. Il pavè della Roubaix è sempre lo stesso e poi ci fai solo quella cosa. Non amo nient’altro allo stesso modo“. Sui piani per il 2018: “Eh, spererei di arrivare da solo perché in volata sono messo male… Io nei confronti degli specialisti del pavè pago in termini di peso. Sono più lento. Posso avere un paio di chili in più, 72 chili rispetto ai 70 della Vuelta, ma si tratta di grasso non di muscoli. Dovrei cercare di anticipare e arrivare con più gambe nel momento decisivo. Ma chi lo sa, non lo so nemmeno io in realtà“.

Il bilancio della sua stagione è molto chiaro e c’è un sentimento predominante: “La stanchezza! E una domanda anche: riuscirò a confermarsi su questi livelli? E’ come se non mi fossi abituato allo standard che ho raggiunto. A freddo mi vengono dei dubbi, delle sensazioni strane. Mi capitò già tra il secondo e il terzo anno da dilettante, poi andò tutto per il meglio. In gara è diverso, ragiono come ho sempre ragionato: da vincente. Mi chiedo se campioni come Froome o Nibali vengono assaliti dagli stessi dubbi. Io mi metto di continuo in discussione e ci metto ancora più impegno per riconfermarmi“.

Ci sono comunque stati alcuni episodi negativi in gruppo che vengono analizzati lucidamente:Sono cose che fanno crescere. Io la competizione la vivo molto. Sento quell’adrenalina. Magari anche per questo faccio risultati, se fossi più arrendevole mollerei prima. Ci metto passione. Mi faccio prendere, come se entrassi in trance agonistica. In bici mi trasformo ma non sono cattivo. Imparerò a gestire meglio certe dinamiche. Fermo restando che con Reza ho detto una cosa che non avrei dovuto dire, l’ho ammesso, mi ero chiarito subito con lui“. Più dettagli sulla vicenda con Reichenbach:Tanti che hanno visto sono venuti da me a dirmi ma che cosa vuole. I testimoni ce li ho anche io, non c’è stato niente di irregolare né c’è stato alcun dolo. Mi dispiace si sia partiti in quinta con le accuse. Vedrò come comportarmi perché la mia immagine è stata danneggiata“.

Moscon sembra avere un futuro in Sky e già si parla di rinnovo di contratto: “Sì, io mi trovo benissimo, è l’ambiente in cui sento di poter crescere al meglio“. Il dilemma tra Classiche e Grandi Giri è sempre vivissimo: “Vincere un grande giro, per chi fa il mio mestiere, è la massima ambizione. Le classiche per adesso sono più alla mia portata. Alla Vuelta sono andato bene, ma lavoravo per Froome e una vola finito il lavoro mi potevo staccare ed erano cavoli suoi. Ma se per ipotesi avesi fatto il capitano… non sarei arrivato neppure nei primi dieci“.

Si delineano anche i piani per la prossima stagione: “Nelle Classiche del Nord avrò un ruolo di primo piano. Mi piacerebbe molto venire al Giro d’Italia. Dalle indiscrezioni ho letto che ci sarà una crono in Trentino che potrei affrontare la maglia di campione italiano. Ma l’orientamento della squadra è quello di farmi debuttare al Tour. Come me lo immagino? Qualcosa di molto grande“.

 






(foto Valerio Origo)

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