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MotoGP, Mondiale 2017: Valentino Rossi e l’allergia al flag-to-flag. C’è modo di migliorare in tale condizione?

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Valentino Rossi può mangiarsi le mani, dopo la gara di ieri a Brno, teatro del decimo appuntamento del Mondiale MotoGp 2017. Una condizione di ottima forma, tanto sull’asciutto quanto sul bagnato, non è stata pressoché per nulla sublimata dal risultato della pista, che lo ha visto ai piedi del podio e dietro a due dei suoi principali rivali nella lotta all’iride della top class, Marc Marquez ed il compagno di squadra Maverick Vinales. Il perché è da ricercarsi nella pessima scelta strategica di rientrare per ultimo ai box, tra i piloti “top”, per effettuare il cambio moto e passare alle gomme da asciutto. Basti pensare che il vincitore del Gran Premio ceco lo ha fatto ben quattro passaggi prima, mentre Pedrosa e Vinales si sono mossi con uno/due giri di anticipo rispetto al 38enne italiano.

Alla base, un’altra volta ancora, un errore di comunicazione tra pilota e team, ma più in generale l’idiosincrasia conclamata che vi è tra Rossi e la regola del flag-to-flag: da quando è stata introdotta, infatti, al pesarese della Yamaha non è mai riuscito di vincere una corsa svoltasi in tali condizioni, perdendo a volte anche solo podi che sembravano essere del tutto in cassaforte. Scarsa lettura tattica, certamente, ma anche una capacità di adattamento a condizioni mutevoli che non è particolarmente sviluppata, specie se messa a paragone con quella di un pilota come Marquez, o come poteva essere tempo addietro Casey Stoner, che ha l’incredibile attitudine ad andar forte sin da subito, facendo differenze importanti che, sovente, gli consentono di portare la contesa dalla sua parte.

Difficile trovare una soluzione a tale carenza, poiché Valentino si trascina con sé questa lacuna da sempre, e dunque non si vede come possa migliorare lui in prima persona. Piuttosto, a crescere deve essere l’affiatamento tra pilota e team, anche sfruttando l’introduzione, a partire da tale campionato, del “dashboard”, utile a facilitare le comunicazioni tra corridore e muretto box. Sistema, questo, che tra l’altro risulta non essere stato utilizzato nel corso della gara in Repubblica Ceca, aggiungendosi dunque come ulteriore elemento di colpevolezza per ambo le parti.

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davide.brufani@oasport.it

Foto: Valerio Origo

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