Ciclismo

L’era di Chris Froome. Il più grande del Nuovo Millennio (?) che non diverte e snobba il Giro d’Italia

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Salvo (improbabili) colpi di scena, Chris Froome festeggerà domenica a Parigi il quarto Tour de France della sua carriera, il terzo consecutivo. Il britannico si porta così ad una sola lunghezza da miti incancellabili del ciclismo come Eddy Merckx, Jacques Anquetil, Bernard Hinault e Miguel Indurain, gli unici ad aggiudicarsi per cinque volte la Grande Boucle (l’americano Lance Armstrong era arrivato a collezionare 7 maglie gialle, ma sappiamo benissimo come sia andata a finire…). Il quesito è d’obbligo: siamo di fronte al più grande corridore da corse a tappe del Nuovo Millennio?

Froome avrebbe potuto vincere anche l’edizione 2012, dove andava nettamente più forte rispetto all’allora capitano Bradley Wiggins, a cui tuttavia rimase leale. Un gesto che il Team Sky non ha mai dimenticato. Nel 2013, poi, un monopolio netto, rifilando oltre 4 minuti a tutti; dopo il ritiro del 2014 (anno in cui si impose Vincenzo Nibali), il nativo di Nairobi ha poi faticato nel 2015 al cospetto di Nairo Quintana, salvo poi tornare a dominare nel 2016.

Tra i migliori specialisti al mondo nelle cronometro (dove vanta due bronzi olimpici a Londra 2012 e Rio 2016), Froome si è consacrato negli anni anche come scalatore eccezionale, smantellando la resistenza degli avversari con le ormai famose ‘frullate’. Se un corridore rifila distacchi abissali ai rivali nelle prove contro il tempo e dà la paga agli specialisti anche in salita, può a tutti gli effetti considerarsi una macchina perfetta ed inattaccabile.

Il Froome in versione 2017, tuttavia, ha mostrato qualche crepa. Non ha mai staccato gli avversari in salita, né ha vinto una tappa. In pratica si è aggiudicato il Tour de France grazie alla breve cronometro iniziale di Dusseldorf, dove ha messo in cascina un discreto gruzzolo di secondi di vantaggio sulla concorrenza che ha poi amministrato in totale sicurezza grazie all’apporto di una squadra senza eguali.

Un trionfo, dunque, meno netto rispetto al passato, anche se sostanzialmente mai davvero in discussione. Un’affermazione costruita quasi a tavolino, senza attacchi (quello odierno nel tratto in contropendenza sull’Izoard possiamo classificarlo come un semplice allungo…) e con una gestione costantemente remissiva. Un modo di correre senza inventiva che non fa sognare la gente e non è un caso che Froome non sia amato dalla stragrande maggioranza dei tifosi, alcuni dei quali lo hanno accolto con fischi ed ululati lungo le strade. Un campione agli antipodi rispetto a Vincenzo Nibali ed Alberto Contador, due fuoriclasse entrati nei cuori della gente per l’aver compiuto imprese frutto di estro, fantasia e genialità.

Froome, inoltre, si è sempre concentrato nel corso della sua carriera su un solo, grande obiettivo stagionale: il Tour de France. Un’intera preparazione incentrata solo per arrivare al top in Francia, con la Vuelta disputata sovente a mezzo servizio e snobbando sempre il Giro d’Italia, come testimonia una frase poco elegante di qualche mese fa da parte dell’inglese. I campioni entrati nella leggenda del ciclismo hanno sempre dimostrato di poter vincere in tutte le grandi corse a tappe. Froome, invece, non ci ha davvero mai provato. Come reagirebbe sulle grandi montagne del Giro? Probabilmente, non lo sapremo mai…

I successi e la forza del britannico non si discutono. Nel bel mezzo dell’era Froome, tuttavia, resta il dubbio che un tocco di romanticismo non farebbe male nei meccanici (quanto perfetti) ingranaggi con cui il Team Sky ha plasmato, ed anche rivoluzionato, il ciclismo contemporaneo.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Aso/Alex Broadway

 

1 Commento

  1. Luca46

    20 Luglio 2017 at 20:19

    La frase di Froome non è poco elegante ma sciocca. Lui pensa che non ci si ricordi di chi ha vinto il giro, invece a distanza di anni si continua a parlare più di Pantani che di Indurain o Armstrong. Si parlerà più di Contador e meno di Froome. Tra 50 anni corridori come Froome saranno su un cassetto richiuso.

  2. Luca46

    20 Luglio 2017 at 20:13

    Secondo me non è il più forte del nuovo millennio. Mi sembra un offesa ad un corridore come Contador che adesso sta tramontando ma considerando la carriera a mio avviso è di tutt’altro spessore rispetto a quella di Contador.

    • Luca46

      20 Luglio 2017 at 20:20

      scusate a quella di Froome intendevo.

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