Pallavolo
Volley, l’Italia deve farsi domande: il fallimento World League, flop Mondiali U21, mancano i giovani e il futuro…
Dopo una World League ai minimi storici (ultimi posto con ben 7 sconfitte, peggior risultato di sempre) e la precoce eliminazione ai Mondiali U21 (due ko nelle prime due partite e subito valigie), è lecito farsi qualche domanda sullo stato di salute dell’Italia del volley maschile, l’anno scorso meravigliosa medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio 2016 ma che ora ha un futuro abbastanza nebuloso.
Se Chicco Blengini ha dovuto fare a meno dei vari Zaytsev, Juantorena, Birarelli e Lanza è soprattutto la situazione giovani ad accendere qualche campanello di allarme. Molti anni criticato la scelta del CT della Nazionale maggiore di azzardare poco sui giovani (eccezion fatta per il centrale Fabio Ricci) ma, come si era visto in SuperLega, la linea verde italiana non è purtroppo delle più fulgide e la rassegna iridata di categoria fa emergere indubbiamente alcuni interrogativi.
Non ci sono più grossi talenti, si sbaglia l’impostazione di allenamento, non si insegnano più correttamente i fondamentali, molti sentono di essere importanti vista l’obbligo dei 3 italiani in campo, poco spazio da titolari? Sono tanti i possibili motivi per questo calo verso il basso che può indubbiamente anche essere casuale e legato a dei fattori momentanei ma le difficoltà in posto 4 e altre lacune tecniche non vanno sicuramente sottovalutate, soprattutto quando i risultati non sorridono dopo un periodo comunque positivo tra l’era Berruto delle tante medaglie (ma non vittorie) e l’approccio Blengini.