Pallavolo
Volley, cosa cambia con i 7 set ai 15 punti? Tie-break continui, gioco snaturato e tempi ridotti
Il volley è lo sport di squadra che ha maggiormente cambiato il suo volto nel corso della propria storia. L’introduzione del rally point system ha letteralmente rivoluzionato questa disciplina che ora potrebbe vivere una nuova era vista la proposta lanciata dalla FIVB che verrà collaudata durante i prossimi Mondiali U23, in programma quest’estate.
Il tanto temuto ibrido tra i precedenti set a 15 e l’attuale rally point system è stato pensato e messo nero su bianco: 7 set ai 15 punti, senza cambiopalla, vince la squadra che se ne porta a casa 4. In sostanza: si giocheranno sempre e solo dei tie-break. Dei parziali lampo, decisi in volata, su pochi palloni, dove non c’è il minimo spazio per un errore, sempre però mantenendo la regola del doppio vantaggio.
Una nuova pensata fatta per tentare di ridurre i tempi televisivi, per aumentare l’interesse del pubblico e allargare il bacino degli appassionati al volley. Operazione che, però, è tutt’altro che scontata: un set a 15 può durare tra i 15 e i 20 minuti, facendo le dovute moltiplicazioni si può capire che il risparmio è davvero contenuto. Soprattutto se ci sarà sempre il cambio campo, se ci saranno i time-out, se i tempi dei video check saranno sempre così lunghi.
Le altre proposte sembrano essere leggermente più intelligenti come aumentare il numero di sostituzioni per set oppure quelle sull’area tecnica (nulla di particolarmente rivoluzionario). Quella dei 7 sei a 15 punti sembra però davvero troppo, eppure la vedremo in campo tra agosto e settembre: se andrà bene, piacerà al pubblico e (forse) ai giocatori, allora prepariamoci ad assorbirla anche tra i grandi, negli incontri che contavano davvero, magari già dal 2018/2019 in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020.