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Golf, l’inizio di una leggenda: 25 anni fa il primo atto della storia di Tiger Woods

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Fermato dai medici a causa di un riacutizzarsi dei soliti dolori alla schiena palesato a Dubai, Tiger Woods ha dovuto rinunciare forzosamente al Genesis Open ed all’Honda Classic. Arrivano nuovamente brutte notizie dal fenomeno americano, che soltanto a dicembre aveva mostrato colpi e body-language rassicuranti all’Hero World Challenge. Torna dunque l’incertezza ad aleggiare sulla leggenda 14 volte campione Major.

Stessa incertezza che esattamente 25 anni fa si manifestava su un giovane Woods, al secondo anno di scuola superiore, che grazie ad un noto sponsor dell’epoca divenne il più giovane partecipante ad un evento PGA. Tiger entrò nel field del Nissan Los Angeles Open 1992, tra lo stupore e la curiosità degli addetti ai lavori che in lui riconoscevano un grande e cristallino talento, ma mai potevano soltanto immaginare che quel ragazzino sarebbe divenuto qualche anno più tardi un autentico spot planetario per il golf. Eppure Tiger aveva iniziato a lanciare segnali dalla tenera età di 8 anni, aggiudicandosi l’Optimist Junior World. Soltanto 6 mesi prima del suo debutto nel PGA, Woods sconfisse la concorrenza nell’U.S. Open junior, vinto in 3 occasioni, diventando il primo afroamericano a trionfare nella suddetta manifestazione. Quando si presentò a Los Angeles, distante appena 30 miglia dalla sua città natale di Orange Country Cipress, la folla lo accolse urlando: “E’ il ragazzo!”.

Tiger non riuscì a superare l’ostacolo cut chiudendo i primi due round con lo score di +5, ma tutti rimasero impressionati dalla padronanza delle gesta del giovane statunitense, oltre alla naturalezza con cui Woods dimostrò di essere già pronto a frequentare ambienti e circostanze nuove per un “pivellino” di appena 16 anni.

“Ha giocato ad un livello altissimo per la sua età. Più di ciò ho notato la sua presenza, le sue movenze. Sapeva già dove stare, cosa fare e cosa non fare”, dichiarò Dicky Thompson, ex golfista.

“Tiger era tranquillo e straordinariamente gentile, lo stesso dicasi per suo padre e sua madre. I suoi colpi medi avevano davvero un buon punto di contatto. La gittata era lunga ma non lunghissima, in ogni caso evitava ogni ostacolo. Queste sono cose che i giocatori pro notano immediatamente”, ricorda Bob Friend, oggi agente immobiliare in quel di Pittsburgh ed occasionalmente protagonista in eventi del PGA Champions Tour. “A quei tempi credo che, a parte lui e suo padre, nessuno pensasse di avere dinanzi il fenomeno che è poi risultato. I grandi campioni invece già da ragazzini credono di poter diventare i migliori del mondo, e scommetto che Tiger, in quel Nissan Open, sapeva quel che sarebbe diventato”, conclude Friend.

Bisogna sempre partire da lontano, ricordare il passato, per conoscere il presente. Proprio oggi che la stella di Tiger Woods si sta naturalmente offuscando, il ricordo degli esordi del 14 volte campione Major lascia spazio all’immaginazione, e perchè no, alla speranza di un colpo di coda in stile Roger Federer.

ciro.salvini@oasport.it

Foto: Official Twitter PGA Tour

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