Formula 1

F1, Vitantonio Liuzzi: “La Ferrari parte dietro Mercedes e Red Bull. Per entrare a far parte del Circus non basta più il solo talento, serve la ‘valigia’…”

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ESCLUSIVA OA SPORT – Il pilota automobilistico Vitantonio “Tonio” Liuzzi, seppur nato a Locorotondo in provincia di Bari, ha trascorso gran parte della sua vita a Pescara, diventando un vero idolo locale ed esimio ambasciatore dello sport abruzzese e azzurro nel mondo. Ad oggi, è l’ultimo driver italiano “titolare” ad aver guidato una monoposto nel Mondiale F1 (anno 2011, scuderia HRT, stagione che vedeva al via anche un altro pescarese, Jarno Trulli, a bordo della Lotus). Nel 2004 viene assunto dalla Red Bull, in qualità di terzo pilota; l’anno successivo, alternandosi alla guida con Christian Klien, esordisce con i bibitari nel GP di San Marino, dove giunge ottavo ottenendo un significativo punto iridato. Nelle rimanenti gare, Liuzzi è relegato a terzo pilota a causa della pressione dello sponsor austriaco: Klien disputa infatti molte più gare della metà originariamente pianificata… Dopo l’acquisizione da parte della Red Bull della storica scuderia Minardi, Tonio si trasferisce nella neonata Toro Rosso di cui è pilota ufficiale nel Campionato 2006 e per la quale conquista il primo punto iridato della sua gloriosa storia futura, grazie all’ottavo posto nel GP degli Stati Uniti. Confermato un altro anno in Toro Rosso, per il Campionato 2008 è ingaggiato dalla Force India come collaudatore, ma dal GP d’Italia 2009 sostituisce Giancarlo Fisichella come pilota ufficiale in seguito al passaggio di Fisichella alla Ferrari. Il suo ritorno alle gare dopo due anni è positivo – ma sfortunato – infatti è confermato dalla scuderia anglo-indiana anche per il Campionato 2010 assieme al compagno di squadra Adrian Sutil. Liuzzi chiuderà la stagione in quindicesima posizione assoluta, con ventuno punti ed un bel sesto posto ottenuto nel GP di Corea. Nonostante il contratto con la Force India abbia durata biennale, la Force India non lo riconferma per il 2011, preferendogli Paul di Resta. Viene dunque ingaggiato dalla HRT e nel GP del Canada centra il miglior risultato nella storia del team giungendo tredicesimo. Esaurita la sua esperienza in F1, Liuzzi si divide tra Campionato Superstars Series, Mondiale Endurance, Formula Nippon, Super GT e Formula E (per il team Trulli GP), il Mondiale FIA dedicato ai veicoli spinti da motori elettrici. Quest’anno, Tonio correrà nell’International GT Open con la Lamborghini dell’FFF Racing Team. OA Sport lo ha raggiunto e intervistato per coglierne sensazioni, aspettative, pensieri, alla vigilia di questa sua nuova esperienza professionale e dopo due positivi giorni di test a Barcellona nonché, ovviamente, per sapere come “vede” l’attuale F1… Buona lettura!

Ciao Tonio. Innanzitutto parlaci di questa tua nuova “avventura a quattro ruote”, ennesima dimostrazione di un amore per la velocità che non pare affatto risentire del tempo che avanza…

“Quest’anno il GT Open sarà per me una bellissima avventura. Correre con Lamborghini sarà una grande esperienza, con un team competitivo come FFF dove si punta al titolo; sono molto positivo per questa stagione…”.

Se guardi indietro, agli anni in F1, qual è l'”operato” che più ti rende orgoglioso e quello che invece vorresti rifare, se potessi.

“Rifarei tutto quello che ho fatto come l’ho fatto! Avrei sperato, però, di essere al posto giusto nel momento giusto, invece io mi sono trovato sempre al posto giusto nel momento sbagliato, cioè correre con team che, per motivi di esperienza, non erano molto competitivi… Quindi, è stato sicuramente un peccato non aver corso con macchine competitive”.

Restiamo a bordo della virtuale macchina del tempo che ti ha fatto viaggiare per anni su e giù per il favoloso universo del Circus. Le differenze più evidenti tra questa F1 e la tua ed, al contrario, ciò che secondo te è rimasto identico.

“Adesso è cambiato praticamente tutto. La Formula Uno è diventata ancor più tecnologica e molto più artificiale, ancora più ‘politica’ e legata ai piloti con la cosiddetta ‘valigia’ (di soldi!),quindi, penso che sia rimasto ben poco della genuinità che ancora contraddistingueva il periodo iniziale della mia carriera”.

Domanda scomoda: da quando tu e Jarno avete lasciato il Campionato F1 non ci sono più stati piloti titolari italiani a correre nella massima competizione automobilistica mondiale. Solo questione di maggiore bravura altrui o c’è dell’altro…?

“Sicuramente c’è stato un periodo di ‘buco’, con vari piloti italiani che ci hanno provato ma che non avevano la storia ed il curriculum che avevamo noi (io, Jarno e lo stesso Giancarlo Fisichella), quindi, non poteva essere così facile… Giovinazzi potrebbe avere l’opportunità di ridar fiato alle speranze italiane per un futuro pilota titolare sulla griglia di partenza”.

Rimanendo in tema, secondo te qual è lo stato di salute generale della categoria “giovani drivers” nel nostro Paese?

“Molto povera, ahinoi… Adesso tutto è legato al budget, agli sponsor che ci si porta dietro e per noi italiani la vedo molto dura circa l’arrivo di nuovi giovani in F1 nei prossimi anni…”.

Da italiano, come vedi la Ferrari per questo Mondiale 2017 che si preannuncia “stravolto” a livello regolamentare?

“Purtroppo anche quest’anno vedo bene Mercedes e Red Bull, non penso che la Ferrari abbia fatto grossi passi avanti dal 2016…”.

Hai corso, tra gli altri, con Hamilton, Raikkonen, Ricciardo, Rosberg, Vettel, Alonso, Massa. Ma chi è il migliore a 360° di questi?

“Senza dubbi, Alonso è il più completo di tutti”.

E ‘sto Max Verstappen, che tipo ti sembra? Per gli addetti ai lavori, è semplicemente un “predestinato”.

“Non male, un bel piedino e molto ‘caparbio’. Sicuramente è un predestinato…”.

Bastano le cosiddette Accademie, tanto di moda ora, per sfornare validi piloti degni di entrare a farte dei top team globali o il talento al volante resta qualcosa che non si può “costruire”?

“Le Accademie senz’altro possono aiutare ad indirizzare il pilota verso le strade giuste, per farlo maturare in maniera corretta, tuttavia il talento è sempre la chiave per vincere… Ma, purtroppo, oggigiorno non basta nemmeno più solo il talento, come già detto a più riprese ci vuole anche la ‘valigia’…”.

Chiudiamo con un’altra domanda scomoda: possono nascere amicizie sincere all’interno del mondo delle corse? Visti da fuori, i piloti sembrano tutti perennemente in guerra tra loro…

“Dipende tanto dai piloti, io per esempio ho costruito amicizie sane, però molti piloti si comportano in maniera ‘particolare’ nel Circus e preferiscono non avere amicizie… Si tratta di una cosa molto soggettiva, nel mio caso, penso sia possibile!”.

giuseppe.urbano@oasport.it

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