Rugby

Rugby, un’Italia ancora non matura per diventare una grande di questo sport

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Il novembre di Test Match dell’Italrugby si è concluso nel weekend con la sfida di Padova. Mettere le tre prestazioni sulla bilancia e capire se le sconfitte contro Nuova Zelanda e Tonga pesino più o meno della vittoria contro il Sudafrica è esercizio piuttosto difficile, anche se soprattutto la disfatta dell’Euganeo ci permette di comprendere che agli azzurri manca ancor qualcosa per effettuare il definitivo salto di qualità.

Nonostante l’ovvio ottimismo generato dallo storico successo contro gli Springboks, infatti, la paura più grande è quella di rivedere ciò a cui si è già assistito in passato, soprattutto nel 2011 e nel 2013, quando a grandi prestazioni (Francia e Irlanda) erano seguite prove a dir poco opache. E sabato l’Italia ha perso il match proprio nel primo tempo, quando avrebbe dovuto produrre il maggior sforzo, creare le occasioni e chiudere il match. E, quando aveva l’occasione di marcare punti, essere più cinica. Gli azzurri, invece, hanno insistito a cercare il bottino grosso – tentativo coraggioso, ma che non sempre paga soprattutto se sei una squadra che storicamente non segna molto – ma sbagliando poi l’assalto decisivo e, nell’ultima occasione, hanno peccato di inesperienza e, con un piazzato più facile, avrebbero dovuto rispondere ai tre punti tongani con un calcio tra i pali.

Come detto, tuttavia, da questa sconfitta l’Italia deve ripartire. Come ha detto O’Shea anche da queste sconfitte si impara qualcosa di utile. L’importante è, appunto, imparare la lezione. Capire cosa non ha funzionato all’Euganeo e capire dove si è sbagliato come collettivo o individualmente. E porsi un nuovo obiettivo ambizioso – ma realistico – in vista del prossimo 6 Nazioni. A novembre si è fallito quello dei due successi, pur conquistando una vittoria storica, e dalla sconfitta gli azzurri sapranno sicuramente ripartire per quella crescita che è nel progetto di Conor O’Shea. Non si era fenomeni una settimana fa, come ha ricordato George Biagi, non si è scarsi oggi. E’ certo, però, che il primo passo da compiere al fine di affermare il proprio nome nell’èlite di questo sport sia l’ingresso nella Top 10 del ranking internazionale, obiettivo irraggiungibile se non si trova la continuità necessaria per vincere le partite alla nostra portata.

simone.brugnoli@oasport.it

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Foto: Profilo Twitter FIR

 

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