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Vela, l’accusa di Giulia Conti: “Un futuro nella vela? Impossibile, le donne portano sfiga…”

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La delusione olimpica per l’ennesimo podio mancato dopo gli eccellenti risultati ottenuti nel corso dell’ultimo quadriennio ha spinto Giulia Conti a porre fine ad una carriera alla quale è mancata soltanto la medaglia a cinque cerchi per coronare un percorso davvero ricco di soddisfazioni. Eppure, nonostante il suo prestigioso palmarès, pare che per lei non ci sia più posto nel mondo della vela azzurra. “Mi piacerebbe un futuro nella disciplina, – ha spiegato Giulia Conti in un’intervista rilasciata a “La Repubblica” – ma so che per me sarà difficile trovare spazio. Le donne, si sa, per mare portano sfiga e gli uomini non le vogliono”.

Parole che destano sconcerto e stupore, ma che la velista italiana conferma ulteriormente, cercando di fornire un’interpretazione dei fatti. “Non conosco in realtà da dove derivi questa credenza, ma ricordo che Cino Ricci ne parlò su una rivista del settore. In Italia oggi questa è un’idea molto diffusa, il che rende pressoché impossibile per una donna avere un futuro nel mondo della vela. Per quanto mi riguarda, nessuno mi ha mai chiamato in qualsiasi categoria, sebbene come timoniere io sia piuttosto apprezzata. Chissà, magari dipende da una forma di imbarazzo da parte degli uomini. Vi immaginate una donna al timone che dà ordini ad un equipaggio di maschi?”.

Per Giulia Conti ora potrebbero aprirsi altre strade, ma intanto la portacolori azzurra ha già in mente il suo prossimo obiettivo. “Per adesso ho intenzione di dedicare un po’ di tempo a me stessa e nei prossimi mesi viaggerò tra Bahamas, Nuova Zelanda e California. Poi però voglio laurearmi. Anche la coesistenza tra scuola e sport, tuttavia, è un aspetto che merita un approfondimento. Avrei tanto voluto conseguire la laurea in matematica, ma scoprii che c’era la frequenza obbligatoria e, quando seppero che sarei stata fuori per 250 giorni all’anno, non vollero sentire ragioni. Ho provato allora con scienze motorie, sperando che mi venissero incontro, ma anche in quel caso ho potuto iscrivermi solo tre anni fa con i corsi online. Mi mancano circa dieci esami, ma cavolo, quanto tempo ho perso. Mi laureerò perché voglio affermarmi come persona completa e non solo come velista. All’estero curano di più l’individuo nel suo complesso e in Inghilterra, ad esempio, esiste la figura del personal life style advisor, un tutor che ti segue passo dopo passo. In Italia lo sportivo è considerato solo come ipotetica fonte di medaglie, ma è ignorato come persona. Una volta conclusa la carriera, sei solo contro tutto e tutti”.

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Foto: Facebook Federvela

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