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Karate, Mondiali 2016: livello sempre più alto per la prima rassegna iridata da sport olimpico. Italia OK, Giappone pronto per Tokyo 2020

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I Campionati Mondiali di Linz 2016 hanno rappresentato un appuntamento di importanza nella storia del karate, che per la prima volta ha affrontato una competizione iridata con lo statuto ufficiale di sport olimpico. In Austria, dunque, abbiamo avuto un primo assaggio di quelli che potranno essere gli equilibri tra quattro anni a Tokyo 2020.

Il Giappone, che si è mobilitato con tutte le sue forze per inserire la disciplina nel programma a cinque cerchi in vista dei Giochi casalinghi, ha dimostrato la sua superiorità conquistando sei medaglie d’oro, per un totale di nove podi. I nipponici hanno fatto capire a tutti che in questo quadriennio non lasceranno molto spazio agli avversari, e che questo sport rappresenterà sicuramente una miniera importante per ben figurare di fronte al proprio pubblico.

Tra le altre hanno risposto bene, con tre medaglie d’oro a testa, la Francia e l’Iran. I francesi, in particolare, hanno pareggiato i nove piazzamenti sul podio del Giappone, mentre gli iraniani hanno mostrato una squadra in grande crescita. Conferma la propria solidità anche l’Egitto, mentre non riescono a raggiungere l’oro due potenze storiche come la Spagna e la Turchia, al contrario delle emergenti nazionali di Azerbaijan ed Austria.

Anche l’Italia ha mancato l’appuntamento con il metallo più pregiato, ma la squadra azzurra ha comunque confermato la propria qualità, ottenendo quattro bronzi e mostrandosi competitiva nelle prove a squadre, a dimostrazione di un movimento dai numeri interessanti, che potrà sicuramente regalare soddisfazioni in sede olimpica, andando a rimpinguare il medagliere azzurro con qualche alloro.

Nel complesso, la competizione iridata ha dimostrato l’ottima scelta dell’inserimento del karate nel programma olimpico: seguendo le orme di altre arti marziali asiatiche come il judo ed il taekwondo, anche questa disicplina sta diventando sempre più universale, come dimostrano i ventisei Paesi saliti sul podio a Linz, in rappresentanza di tutti i continenti ad esclusione dell’Oceania. La vetrina di Tokyo 2020 non potrà che promuovere ulteriormente il karate, nella speranza che venga poi confermato nel calendario a cinque cerchi anche per le edizioni successive.

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Immagine: World Karate Federation

giulio.chinappi@oasport.it

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