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Scherma: Arianna Errigo, imparare la lezione di Rio con uno sguardo a Tokyo

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Arianna Errigo è stata purtroppo uno dei più grandi flop azzurri all’ultima Olimpiade di Rio de Janeiro, dal momento che sulla comense, medaglia d’argento quattro anni prima a Londra nonchè numero 1 del ranking mondiale, c’era l’aspettativa che giungesse il metallo più pregato o almeno un nuovo piazzamento sul podio. Ed invece la campionessa europea si è arresa già agli ottavi di finale contro la non irresistibile canadese Harvey.

Non ci sono dubbi che la fiorettista classe 1988 abbia pagato a caro prezzo il rango di favorita che ben aveva gestito nella rassegna continentale, ma si sa che la manifestazione a cinque cerchi è tutt’altro palcoscenico. Sicuramente l’appuntamento di Tokyo nel 2020 sarà stato segnato milioni di volte sul calendario come l’occasione da non fallire per il riscatto, tuttavia sarà molto importante la preparazione soprattutto psicologica ad un evento ancora molto distante. Il lavoro sui dettagli risulterà fondamentale per evitare di nuovo l’inciampo brasiliano, in parte inevitabilmente dovuto alla mancanza di una guida tecnica che l’accompagnasse negli ultimi sei mesi prima delle Olimpiadi. La separazione dal precedente maestro Tommasini ha fatto molto discutere ed è stata infine attribuita ad una mancanza di feeling venutasi a creare, quel che appare certo è che quando la stagione ad ottobre riprenderà Arianna avrà bisogno di avere accanto qualcuno che non solo la consigli dal punto di vista tecnico, ma che sia anche in grado di tenerla sul pezzo mentalmente aiutandola a gestire la pressione.

La serenità che deve contraddistinguere il lavoro di questo quadriennio si basa anche sulla scelta di un nuovo preparatore atletico, fattore non da trascurare se si considera che la lombarda è sembrata piuttosto imballata in territorio carioca. Quando si apriranno i Giochi del Sol Levante la Errigo avrà 32 anni e di certo il sapore sarà quello dell’ultima chance, ecco perchè faranno la differenza tutte le circostanze suddette per un buon risultato, tenendo in considerazione che ad un incremento dell’esperienza si accompagnerà il maggior stress dettato dal tempo che incombe. Eppure, come lei stessa ha ricordato, Valentina Vezzali ha trionfato a 42 anni, Di Francisca e Granbassi alla soglia dei trenta. Quindi è vero forse che il meglio deve ancora venire.

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Foto: Sito Federscherma

 

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