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Atletica, Paralimpiadi Rio 2016: i recuperi (im)possibili di Assunta Legnante

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Non poteva proprio perdere e non ha perso: Assunta Legnante è medaglia d’oro alle Paralimpiadi 2016 nel getto del peso categoria F11-12, bissando il titolo conquistato quattro anni fa a Londra e confermando il proprio predominio impreziosito anche da due successi mondiali di fila, nel 2013 e nel 2015.

Tuttavia non è stata una stagione facile per l’azzurra, nata a Napoli nel 1978 e a lungo nell’Italia di atletica per normodotati. Detentrice del record nazionale sia outdoor che outdoor, il suo apice lo raggiunse agli Europei del 2007 con un trionfo a quota 18.92 metri e qualificandosi alle Olimpiadi di Pechino 2008 in cui chiuse 19esima. Il 17 maggio è stata operata per un’ernia alla schiena ed è stata costretta a saltare la rassegna continentale di Grosseto. E’ dunque giunta a Rio con pochi allenamenti alle spalle, esattamente come fece nel 2012 a Londra quando annunciò il proprio esordio paralimpico a tre mesi dal via dopo aver perso la vista a causa di un glaucoma congenito presente fin dalla nascita.

In pedana, però, Assunta Legnante non ha praticamente avversarie. Nel lancio del disco ha sfiorato il podio chiudendo quarta: a RaiSport ha parlato di “rabbia”, ma la realtà dei fatti dice che per il podio sarebbe servito un miracolo. E la campana l’ha quasi raggiunto. Tanto da lasciare tutti ottimisti per la gara di oggi. La schiena fa male? Poco importa: la grinta e la voglia di vincere hanno fatto il resto. Oro, ancora una volta con una scarsa preparazione. Cannoncino è una forza della natura.

 

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Foto da: Facebook Assunta Legnante FanClub

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