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Nuoto, Olimpiadi Rio 2016: l’ultima grande sfida della carriera di Federica Pellegrini. Vai Divina!

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Finora ha raggiunto quel che voleva: essere in corsia 3 per poter controllare le rivali più agguerrite per il podio (e per l’oro, perché no): la macchina perfetta che risponde al nome di Federica Pellegrini è pronta all’ultima grande finale della sua carriera, stanotte alle 3.19 italiane. Anche se il ritiro non è stato ancora annunciato – a dir la verità da mesi la Divina ripete che deciderà tutto dopo due mesi di vacanza post Olimpiadi – sarà infatti improbabile vederla competitiva ancora ai massimi livelli nei 200 stile libero di Tokyo 2020, quando avrà ormai 32 anni. Ma non corriamo: prima c’è Rio 2016 da disputare e provare a vincere. Si può fare, quanto meno per una medaglia che le manca dal 2008. Ecco perché.

PREPARAZIONE – Da due anni, cioè da quando, dopo gli Europei di Berlino 2014, ha cambiato guida tecnica passando da Philippe Lucas a Matteo Giunta, Federica Pellegrini ha abbandonato i 400 stile libero croce e delizia della parte centrale della sua carriera tornando ai 100 sl con cui si rivelò, giovanissima, agli Assoluti invernali del 2002 vincendo l’argento a Camogli in 55”19. 100 stile libero non vuol dire solo record italiano di 53”19 al recente Settecolli di Roma. E non vuole neanche solamente una possibilità in più per la staffetta 4×100 sl (che comunque è tornata in finale alle Olimpiadi dopo 16 anni, sesta con primato nazionale in batteria). Vuol dire anche e soprattutto velocità extra nella prima parte di gara, in cui sarà fondamentale non lasciare andar via Katie Ledecky e Sarah Sjoestroem, che potrebbe azzardare il passaggione. Da due anni, dunque, Federica Pellegrini lavora praticamente su quest’aspetto: è il momento dell’esame.

ULTIMI 50 – Certo, il passaggio a metà gara è importante per non trovarsi subito troppo indietro e costretta a una difficile rimonta, ma nel nuoto tutto si decide al tocco. E i 200 stile libero di stanotte sembrano una di quelle gare fatte apposta per non essere mostrate ai deboli di cuore: la statunitense impressionante in batteria e più nascosta in semifinale è la favorita per l’oro anche in virtù del titolo iridato del 2015, la svedese sta sorprendendo per la tenuta mentale più che per le doti tecniche, da tempo note ai più. Ma Federica Pellegrini ha una qualità che può fare la differenza: la grinta negli ultimi 50 metri che può portare a sorpassi incredibili. Ne sa qualcosa per esempio l’olandese Femke Heemskerk, che negli anni ha accumulato cocenti delusioni. In volata può emozionare.

SICUREZZA – Perché la Divina è forte e competitiva, c’è poco altro da aggiungere. Ha pianificato questa stagione (ma anche la precedente, culminata con l’argento mondiale per il sesto podio di fila dal 2005 in poi) nei minimi dettagli e ha superato tutte le tappe intermedie con il massimo dei voti. Veloce agli Assoluti di Riccione, oro agli Europei di Londra, sotto l’1’54” per la prima volta in tessuto al Settecolli di Roma. Un’escalation di forma che a Rio 2016 deve per forza toccare il suo picco: l’occasione sembra propizia e i prodromi per agguantare la medaglia ci sono eccome. Anche perché oltre a Ledecky e Sjoestroem non sembrano esserci altre rivali in grado di scendere a 1’54”. Ma Fede proverà a spingersi oltre, vuole qualcosa di più pur sapendo che già il bronzo sarebbe un grandissimo risultato. E anche se qualcuno potrebbe storcere il naso, rivediamo nell’attuale situazione l’attesa per la finale sincro da 3 metri di Tania Cagnotto. Domenica la serenità della bolzanina è valsa l’argento con Francesca Dallapè, stanotte la sicurezza della veneta può fare altrimenti.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: pagina Facebook Federica Pellegrini Fans

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