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Tennis, Mara Santangelo: “La Federazione lavora per far tornare in doppio Errani e Vinci”

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Mara Santangelo è stata una delle pioniere dell’epoca d’oro del tennis femminile italiano. C’era anche lei, infatti, in quella magica squadra che conquistò in Belgio, al cospetto di Justine Henin, la prima Fed Cup di sempre per il Bel Paese. Eccellente doppista, tanto da aver raggiunto la quinta posizione del ranking mondiale con 9 titoli Wta in bacheca, ma anche singolarista di tutto rispetto (n.27 come best ranking nel 2007), ha appeso la racchetta al chiodo nel 2011, a soli 30 anni. Da allora ricopre il ruolo di consigliera per la Federtennis. Con lei abbiamo discusso in particolare del futuro del tennis italiano, anche in proiezione delle Olimpiadi di Rio 2016.

Che idea ti sei fatta del caso Sharapova? In passato ti eri accorta di qualcosa che non andava?
A mio avviso, una giocatrice di questo livello dovrebbe prestare maggiore attenzione alle indicazione della Wta e di tutti gli organi competenti in materia di farmaci ‘legali’ e non. Ad oggi, posso dire che è stata certamente una leggerezza, ma non me la sento di parlare già di doping, poiché non conosco la sostanza incriminata né i suoi eventuali effetti migliorativi o coprenti. Durante la mia carriera non ho mai subodorato nulla di ‘strano’ tra le mie colleghe, anche perché i controlli (rigorosamente a sorpresa) erano ferrei, dubito fosse possibile sgarrare”.

Come vedi il nostro tennis? È in salute, secondo te?
Il tennis italiano è in eccellente salute, nonostante il recente ritiro di un’atleta straordinaria come Flavia Pennetta. Purtroppo in Italia c’è la cattiva abitudine di vedere e giudicare solo quello che non va, dimenticando in fretta ciò che si è fatto di buono. Le nostre tenniste continuano a mietere successi ed anche in campo maschile inizia a muoversi qualcosa di interessante, sono molto ottimista…”.

Entrando più nello specifico, da quali giovani ti aspetti un futuro interessante?
Il mio pensiero è in controtendenza rispetto al suddetto ‘sentire’ (pessimista) nazionalpopolare: il tennis italiano ha buone prospettive per il futuro. I vari Cecchinato, Donati, Giorgi, ecc. verranno fuori prepotentemente, la Federazione si sta prodigando attraverso ogni mezzo per metterli nelle condizioni di crescere nel miglior modo possibile, gradualmente. Oltre al centro di Tirrenia, CONI e FIT stanno lavorando molto bene, in modo capillare e con una programmazione seria. Di sicuro, caricare i nostri giovani talenti di troppe aspettative non aiuta, l’esperienza-Quinzi può insegnare, ma nulla è ancora compromesso”.

A cosa ti sei dedicata dopo il tuo ritiro?
A parte le tante esperienze professionali, dentro e fuori l’amatissimo mondo del tennis, ci tengo a sottolineare la mia esperienza di fede, l’incontro con Dio che mi ha portato a testimoniare ininterrottamente, dovunque questa vera e propria illuminazione… La mia vita è cambiata, ora la vivo in maniera molto più serena, equilibrata, consapevole, dopo anni passati in giro per il mondo con l’ingannevole convinzione di avere tutto, di essere un persona già arrivata, anche dal punto di vista umano”.

Infine, l’immancabile domanda “olimpica”: tornerà a Rio il doppio da sogno Errani-Vinci?
Mi auguro di sì! La Federazione sta lavorando molto anche in questo senso, non è rimasta ferma a guardare dopo l’inattesa ‘rottura’. Sappiamo tutti – tifosi, istituzioni, colleghi – il valore di questa coppia e cosa potrebbe dare all’Italia in vista dei Giochi. Chiaramente, la decisione finale spetterà a loro due, io voglio essere fiduciosa. E occhio anche a doppio misto e doppio maschile”.

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giuseppe.urbano@oasport.it

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