Formula 1

F1, Mondiale 2016: tutte le squadre ai raggi X tra ambizioni e reali possibilità

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Il Mondiale di F1 2016 è ormai alle porte e ci apprestiamo a vivere, forse, una stagione che potrebbe riservare sorprese e un duello su tutti, quello tra la Mercedes e la Ferrari. Ebbene passiamo in rassegna gli 11 team che si daranno battaglia, a partire dal GP di Australia, programmato il 20 marzo, fino all’appuntamento di Abu Dhabi in un’annata senza fine, fatta di 21 weekend in tutti gli angoli del globo.

Partiamo dalla squadra campione del mondo, dominatrice incontrastata delle ultime due stagioni. Su 127 gare disputate: 4 titoli vinti (2 piloti e 2 costruttori), 45 successi, 53 poles e 2285 punti conquistati. Abbiamo dato i numeri, come si suol dire, di una corazzata che anche per il 2016 parte con i favori del pronostico. Più dei 6000 i chilometri coperti dal nuovo mostro di Stoccarda nei test invernali. La W07 Hybrid sfiora la perfezione per quanto emerso nella otto giorni del Montmelo (Barcellona) e sembra aver migliorato anche quegli aspetti trascurabili ed impercettibili agli occhi di noi comuni mortali mantenendo intatto il vantaggio della sua power unit, secondo indiscrezioni, di 950 cavalli. Il target, dunque, è sempre lo stesso: vincere e, perchè no, stravincere. Negli ultimi 24 mesi si è assistito ad un soliloquio e le ambizioni sono quelle di continuare a monopolizzare il primo ed il secondo gradino del podio. Lewis Hamilton e Nico Rosberg sono coscienti di avere tra le mani una monoposto incredibile e faranno di tutto per raggiungere l’iride. In questi due anni, il Mondiale ha portato la stigmate dello Union Jack ma il buon Nico, dopo la splendida chiusura di stagione 2015 fatta di tre successi consecutivi in Messico, Brasile ed Abu Dhabi, vuol dare continuità alle sue prestazioni. Vi riuscirà? La pista emetterà la sua sentenza.

RIFERIMENTI PAGINE:

PAGINA 2 FERRARI
PAGINA 3 RED BULL
PAGINA 4 WILLIAMS
PAGINA 5 FORCE INDIA
PAGINA 6 TORO ROSSO
PAGINA 7 MCLAREN
PAGINA 8 HAAS
PAGINA 9 SAUBER
PAGINA 10 RENAULT
PAGINA 11 MANOR

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Eccoci alla Rossa e quest’anno sarà quello della verità, della sfida titanica a Mercedes per puntare al bersaglio grosso. Non si sono nascosti i vertici del Cavallino Rampante, dichiarando apertamente che l’obiettivo è il Mondiale. Il Presidente Sergio Marchionne, già a partire dall’anno passato, ha avviato una forte semplificazione nei ruoli della gestione sportiva Ferrari per favorire un miglior collegamento tra i vari reparti e un’interazione più efficiente. Dopo le 3 vittorie dell’annata appena trascorsa, la neonata SF16-H è la nuova arma del Cavallino Rampante i cui primi vagiti sono stati decisamente lusinghieri: migliori prestazioni in assoluto nel turni di prove tenutisi in Spagna e un’impressionante ruolino di marcia in configurazione gara che ha stupito anche Hamilton e Rosberg. Insomma, “Se il buongiorno si vede dal mattino…” avranno pensato  Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen quando si sono trovati nell’abitacolo della nuova monoposto griffata Simone Resta con direzione tecnica di James Allison. Un progetto innovativo, diverso in ogni sua componente dal precedente, con concetti lontani dalla tradizione ferrarista: sistema di sospensioni push road, un’esasperata rastremazione della pance laterali garantita da una riduzione sensibile delle dimensioni della power unit e un’incremento sostanziale della potenza del propulsore. Questi sono solo alcuni degli aspetti noti. Per l’Australia  la Ferrari dovrebbe presentarsi già con una p.u. evoluta per dare modo, da subito, ai due piloti di battagliare per il successo. Una vittoria che manca in quel di Melbourne da ormai 9 anni quando fu proprio Iceman, nella sua prima gara in rosso, a tagliare il traguardo a braccia alzate. Ci si può credere dunque? Tra meno di una settimana ne avremo la certezza.

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Per quanto concerne la Red Bull la vettura progettata da Adrian Newey, come sempre, dal punto di vista telaistico è un bel vedere: estrema e filante come non mai. Tuttavia, un po’ come avvenuto l’anno scorso, è il motore Renault, griffato Tag-Heuer, ad essere ancora il grande limite della macchina anglo-austriaca. Sono, all’incirca, 50 i cv di gap dal propulsore Mercedes, secondo una classificazione riportata dalla BBC, che creano un disavanzo notevole rispetto ai principali competitors. Un handicap non facile da recuperare in breve tempo, per di più aggravato dalle tante polemiche che hanno riguardato il matrimonio tra la Casa di Dieter Mateschitz e il motorista transalpino. Un tiro e molla durato fino al termine del 2015 che poi ha portato all’escamotage della riconferma con brand diverso (Tag-Heuer). Pertanto, è verosimile credere che il vero obiettivo per Daniel Ricciardo e Daniil Kvyat sia lottare per il terzo posto del campionato mondiale costruttori, giocandosi le proprie chance su circuiti dove il motore non è così importante:  Monaco, Ungheria e Singapore ad esempio.

 

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Terza l’anno scorso nel Mondiale costruttori la Williams motorizzata Mercedes punta ad  inserirsi tra le duellanti Ferrari e frecce d’argento. La grande potenza del propulsore tedesco combinate alle caratteristiche di un telaio molto aggressivo fanno delle vetture inglesi un pericolo, soprattutto in qualifica. Il portare in temperatura gli pneumatici, nel giro secco, è una peculiarità della macchina guidata da Valtteri Bottas e Felipe Massa che può dare dei vantaggi sostanziali al sabato. Una condizione che però diventa svantaggiosa in gara quando l’eccessiva incidenza sulle mescole si tramuta in un handicap. Va da sè che la FW38 dovrà trovare un equilibrio tra le due configurazioni per consentire ai piloti di essere più vicini ai due team precedentemente citati. L’obiettivo è quello di confermarsi la terza forza del campionato come nel 2015 con uno tra Bottas e Massa che aspira alla vittoria di 1 GP, cosa che potrebbe avvenire su tracciati particolarmente veloci come Silverstone o Monza.

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Parliamo ora di una delle mine vaganti del campionato che l’anno scorso, in alcuni weekend, come in Belgio e in Russia, si è messa in evidenza. Ci riferiamo, per l’appunto, alla Force India spinta dal propulsore Mercedes che, tra le mani di due piloti veloci e aggressivi come Sergio Perez e Nico Hulkemberg potrà dare qualche grattacapo anche alle squadre, sulla carta, più blasonate. Un team che l’anno scorso, specie con il driver tedesco, ha avuto una buona continuità di rendimento con Nico ben 9 volte nella top10. Tuttavia la punta stagionale è stata rappresentata da Perez,  discontinuo ma in taluni casi super performante, nel GP di Sochi concluso in terza posizione. La squadra di Vijay Mallya, pertanto, punta a replicare quanto avvenuto nel 2015, giocandosi le proprie chance su tracciati dalle grandi accelerazioni (Spa, Monza tra tutte).

 

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Eccoci al Team dei due ragazzini terribili della F1, la Toro Rosso che l’anno scorso in aspetti diversi hanno impressionato. Max Verstappen, giunto 12esimo nel Mondiale, ha impressionato tutti per l’aggressività in pista e la sua decisione proverbiale nei sorpassi. Un driver d’altri tempi, poco calcolatore, e con grande coraggio e voglia di vincere. “Il mio obiettivo è quello di vincere il mondiale un giorno” ha dichiarato in un’intervista concessa su autosport.com qualche settimana fa. 18anni ma una determinazione di un pilota navigato, Max ha già ricevuto le lusinghe di molti dei top team del Circus e non è escluso che nel 2017 possa cambiare “casacca” ed entrare in un progetto ancora più ambizioso.

https://www.youtube.com/watch?v=YYLyRzty7UI

Carlos Sainz, invece, assai sfortunato in gara (7 ritiri) ha espresso il proprio meglio in qualifica ottenendo con una discreta continuità anche la Q3 (5 volte ed il quinto crono . La velocità non difetta al figlio del grande pilota di rally, protagonista della Dakar 2016 e, seppur il raffronto con il compagno di squadra è impietoso nella lettura della graduatoria generale 2015 (49 punti contro 18), c’è da scommettere che vedremo un bel confronto interno. Team di Faenza che, tra l’altro, ritrova il il motore Ferrari dopo l’esperienza biennale poco fortunata con Renaut, nella versione 2015 che tuttavia dovrebbe garantire migliori prestazioni rispetto al propulsore francese.

 

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https://www.youtube.com/watch?v=iGh2wwmOReI

“GP2 engine, GP2 engine aaaargh” ricordiamo tutti queste parole pronunciate da Fernando Alonso nel corso del GP del Giappone a Suzuka, appuntamento di casa per la Honda. Un connubio quello tra Mclaren e la Casa fornitrice di propulsori, al momento, accattivante più per i successi passati che per il presente. Il nono posto nella classifica iridata del campionato costruttori 2015 e piloti del calibro di Alonso e Jenson Button, campioni del mondo entrambi, costretti a stazionare in posizioni di rincalzo non ha dato quelle soddisfazioni che il Team di Woking si sarebbe aspettato. Nel corso dei test 2016, il motore ha palesato ancora tantissimi problemi di affidabilità, con Fernando spesso costretto a guardare lo spettacolo delle prove senza poter girare. Una condizione di grande precarietà che ha portato anche a dei cambiamenti sostanziali tra le fila dell’azienda di Tokyo nella cura del progetto sportivo. Il siluramento di Yasuhisa Arai è un chiaro segnale in tal senso di quanto la situazione sia caotica. Le aspettative della squadra sono quelle di migliorare l’infausto 2015 anche se l’assaggio del nuovo anno è stato tutt’altro che entusiasmante.

 

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Team esordiente nel Circus della F1 e di grande rilievo nella realtà stelle e strisce la squadra fondata Gene Haas concorre per stupire. Un rischio calcolato, se così lo vogliamo definire, dal momento che il design della vettura è stato curato Rob Taylor, tecnico con esperienza passate in Jaguar e Red Bull, e coadiuvato anche dalla Ferrari che metterà a disposizione i propri motori. Un inizio, quindi, non al buio per gli americani che avranno al volante Romain Grosjean ed il terzo pilota delal Ferrari Esteban Gutierrez. Al momento, annotando l’evoluzione delle prove invernali, la VF-16 ha palesato alcune noie meccaniche, normali per una monoposto nuova in tutti i sensi che nelle forme ricorda in parte la SF16-H. L’obiettivo della squadra statunitense, per questa stagione di esordio, sarà concludere nei punti ed arrivare al traguardo in più GP possibili.

 

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L’altra “ferrarina” se ci concedete il termine, per la presenza della p.u del Cavallino nella vettura svizzera, non ha particolarmente entusiasmato nei test avendo problemi di affidabilità e prestazioni non all’altezza dei rivali. Oltre alle problematiche tecniche anche quelle finanziare a preoccupare gli elvetici. E’ notizia di oggi infatti che Scuderia, saldati gli stipendi di febbraio, non dia garanzie relativamente al resto del campionato. Come riporta autosport, è ufficiale l’addio di Mark Smith, che da Luglio ricopriva la carica di direttore tecnico. Smith è un tecnico molto stimato in tutto l’ambiente, avendo tra l’altro progettato le Renault che hanno permesso a Fernando Alonso di vincere i titoli mondiali 2005 e 2006, e alla casa francese di collezionare altrettanti campionati costruttori. L‘obiettivo realistico, date le circostanze,  è quello davvero di restare nel Circus senza rischiare il fallimento. 

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Primo team a svelarsi quest’inverno il 3 febbraio la Renault con la RS16 torna a gestire completamente una monoposto di F1 a 5 anni di distanza. Un progetto ambizioso nato dalle ceneri della Lotus, sommersa dai debiti, e rilevata dai vertici dirigenziali francesi. Chiaramente il 2016 sarà di apprendistato per il costruttore transalpino che dovrà lavorare soprattutto sul propulsore, apparso in grave ritardo l’anno scorso su Red Bull e Toro Rosso. Una bella sfida, dunque, attende i piloti Kevin Magnussen e Jolyon Pamer con il target, in testa, di terminare più gare possibili ed accumulare dati ed esperienza.

 

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Concludiamo la nostra rassegna con la Manor che nel 2016 sarà spinta dai motori Mercedes e che realisticamente può essere una vettura ben più prestazionale del fanalino di coda della stagione scorsa. L’acquisizione della p.u tedesca potrebbe rivelarsi un incentivo importante e la presenza del terzo pilota di Stoccarda Pascal Wehrlein, un po’ come avvenuto nella Haas con Gutierrez, è un chiaro segnale del forte legame tra la squadra britannica e i campioni del mondo. Il target è quello di concludere il 2016 in una posizione diversa dall’ultima e, dati alla mano, ci sono i presupposti per poterlo credere.

 

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