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Tennis: Quinzi, Baldi, Donati, un’intera generazione sparita quasi del tutto

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Nel settembre 2012 l’Italia conquistava la prima e attualmente anche unica Coppa Davis Junior. A Barcellona il duo formato da Gianluigi Quinzi e Filippo Baldi batteva per 2-1 l’Australia di Thanasi Kokkinakis e si laureava Campione del Mondo. Un riconoscimento importante per due ragazzi, che venivano considerati i migliori Under 16 al mondo. Nelle successive stagioni i grandi risultati non sono mancati: Baldi colleziona una semifinale agli Australian Open ed una a Wimbledon, mentre Quinzi riesce a fare ancora meglio, vincendo i Championships, regalando un successo che mancava all’Italia da quello del 1987 di Diego Nargiso.

Vittorie che sembravano proiettare questi due ragazzi verso una carriera scintillante tra i professionisti ed invece come ormai purtroppo accade spesso nel tennis italiano sia Quinzi che Baldi si possono iscrivere all’elenco delle promesse mancate. Attualmente Gianluigi è numero 384 del mondo, mentre Filippo è addirittura oltre i primi 500 della classifica, al numero 565. 

Si dice che in Italia i tennisti maturano tardi, ma è una diceria per mascherare un grande problema: non è possibile come il nostro Paese non riesca ad avere un bacino di giocatori importante come quello francese o come quello spagnolo. In queste due nazioni si lavora con i giovani, li si fa crescere gradualmente e li si segue passo per passo nella vita dentro e fuori dal campo. Da noi purtroppo con una vittoria si è subito fenomeni e si comincia a parlare addirittura di possibile Top Ten già al termine del carriera juniores.

Purtroppo non sono solo i casi di Quinzi (che comunque sta cercando di tornare) e Baldi, ma è un male che nasce con gli anni e che il movimento tennistico italiano si porta dietro senza trovare una soluzione. Il caso più eclatante è quello di Matteo Trevisan: numero 1 al mondo a livello juniores, davanti a giocatori del calibro di Kei Nishikori, Benoit Paire, Martin Klizan, solo per citare alcuni tra i primi trenta del mondo della stessa età dell’attuale numero 463 del ranking Atp.

Ora i fari sono puntati su Matteo Donati, soprattutto dopo la bella apparizione agli Internazionali d’Italia della passata stagione, quando riuscì a battere al primo turno Santiago Giraldo e mettere poi in difficoltà anche Tomas Berdych. Da quel momento il piemontese sembra essere sparito dal tennis che conta, anche se la classifica resta migliore di alcuni dei nomi sopra citati (numero 180 del mondo). Il rischio che anche lui non riesce a sbocciare è dietro l’angolo, ma si sa in Italia i tennisti maturano tardi e quindi non resta che aspettare…

 

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Foto pagina FB di Gianluigi Quinzi

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