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Superbike, analisi dei primi test stagionali: i piloti favoriti (sulla carta) verso il Mondiale

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Kawasaki davanti a tutti. I primi test ufficiali della SBK 2016 hanno riproposto la leadership del team Kawasaki Racing, invertendo solo l’ordine dei fattori: Tom Sykes è andato più forte del campione in carica Jonathan Rea. Non v’era certo bisogno dei riscontri cronometrici scaturiti dalla due-giorni di Jerez de la Frontera, ma i risultati spagnoli hanno ulteriormente confermato le previsioni di questa lunga preseason mondiale. Chiunque vorrà cullare sogni iridati per il 2016 dovrà vedersela innanzitutto con i due britannici portacolori della Verde nipponica.

Nonostante le condizioni meteo di Jerez non siano state ottimali a causa della pista umida del primo giorno e per la nebbia mattutina del secondo, tutti i piloti hanno potuto lavorare proficuamente nelle soleggiate sessioni pomeridiane. I campioni del mondo 2013 e 2015, Sykes e Rea, hanno rispettivamente percorso 126 e 122 giri. Tom Sykes è stato l’unico pilota, dei 27 presenti, ad esser sceso sotto il muro dell’1’40 con il suo 1’39.924, ottenuto dopo aver montato una gomma posteriore da qualifica. Il centauro di Huddersfield ha subito trovato il giusto feeling con la sua nuova Ninja ZX-10R, riconfermando la scelta di alcuni elementi che erano stati impostati già prima della pausa invernale.

Il suo compagno di squadra nonché iridato 2015, Jonathan Rea, pur non montando un posteriore da qualifica, è comunque riuscito a fissare il suo miglior tempo in 1’40.856. Il nordirlandese ha continuato a sperimentare per cercare il set up ideale ma in questa occasione si era deciso di non percorrere lunghe distanze. Rea e il suo team hanno preferito fare molti giri con le gomme usate, valutare le diverse impostazioni del telaio e le caratteristiche del motore.

Tom Sykes ha quindi chiuso davanti a tutti i primi test dell’anno sulla pista di Jerez. Dietro di lui, le due Ducati di Davide Giugliano (1’40.047) e Chaz Davies (1’40.110); quarto tempo per la Honda della vecchia volpe Nicky Hayden in 1’40.534. Il romano Davide Giugliano, in sella alla Ducati 1199 Panigale R, ha dato segnali davvero incoraggianti; il lavoro svolto sulle Rosse si è concentrato soprattutto sulla ciclistica e sull’elettronica, in particolare sulla valutazione di diverse distribuzioni dei pesi e configurazioni di software. Giuliano, che la scorsa stagione è stato costretto a saltare i primi quattro round a causa di una frattura a tre vertebre rimediata nei test pre-stagionali, ha messo a referto 110 giri, mentre il team mate Davies ha percorso 126 giri.

Continuando l’analisi dei risultati delle squadre più attese per il prossimo Mondiale, anche il Pata Yamaha Official Team ha visto i suoi due piloti, nuovi di zecca, effettuare più di cento giri ciascuno. L’iridato 2014 Sylvain Guintoli ha ottenuto il suo miglior tempo in 1’41.018, mentre Alex Lowes ha fermato il cronometro sull’1’41.361. Il team ha valutato una serie di nuove impostazioni e nuove parti, tra cui il forcellone, le sospensioni, alcune specifiche del motore e l’elettronica; alla fine del test iberico la squadra può dirsi soddisfatta dei progressi fatti e, grazie a tutti i dati raccolti, il lavoro potrà continuare spedito nelle sedi della Casa dei tre diapason dislocate tra Germania e Regno Unito. Alex Lowes non è ancora al 100% fisicamente, tuttavia è convinto di essere pronto per il round d’esordio a Phillip Island (27/28 febbraio), dove la YZF R1 farà il suo debutto in gara.

Chiusura per il cavallo di ritorno Nicky Hayden, oramai sulla via dei 35 anni ma ancora capace di attrarre su di sé attenzioni e curiosità di addetti ai lavori ed appassionati. L’americano in sella alla Honda del team Ten Kate ha percorso un numero impressionante di giri, 159, ha provato un nuovo forcellone – disegnato per ottenere una maggiore stabilità nella guida – così come altri elementi per migliorare frenata e accelerazione. Nel secondo giorno di test il “Kentucky Kid” è stato autore di una innocua caduta alla curva 2 e negli ultimi giri ha tirato al massimo per mettere a segno un giro veloce con le gomme da qualifica, riuscendo a firmare il crono di 1’40.534, il quarto migliore in assoluto a Jerez. Occhio anche al suo compagno di scuderia, Michael van der Mark, perché il ventitreenne olandese, campione 2014 nella Supersport potrebbe rivelarsi un insidioso outsider nella corsa al titolo, dopo un buon 2015 corso da rookie.

Il MOTUL FIM World Superbike Championship 2016 è quindi alle porte, il 22-23 febbraio si svolgeranno a Phillip Island altri due giorni di “prove generali”, gli ideali, ultimi preparativi prima dello spegnimento definitivo dei semafori rossi.

 

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giuseppe.urbano@oasport.it

Foto: Fabio Bosi

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