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MotoGP, pagelle Test Australia 2016: Honda in lenta ripresa, profondo rosso Ducati. Valentino Rossi già in trincea

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Chiuso il secondo segmento di test ufficiali, e ad un mese dal primo Gran Premio del Motomondiale 2016, è già tempo di pagelle per la MotoGP. In Australia la Honda è apparsa in ripresa, la solita solida Yamaha merita ancora la pole position virtuale sulla griglia di partenza pre-Campionato. Ducati rimane un rebus inquietante, mentre brilla forte la stellina Viñales, che a Phillip Island ha confermato con i fatti quanto di buono si dica da tempo sul suo conto.

Rossi: 7. Tediato per meteo birichino e tiepido feeling con le intermedie da bagnato Michelin nel day 1, ipercompetitivo e dichiaratamente soddisfatto nel day 2. Costante, concentrato, caustico come sempre con la sua veloce lingua pesarese. Boccia (almeno per il momento) la M1 2016 e palesa la vis pugnandi dei tempi migliori. Sesto crono della classifica “combinata” ma nel gruppone, assolutamente all’altezza dei migliori, il Grande Vecchio… Occhio giovincelli, la mimetica e l’elmetto sono stati già indossati: il “rumore dei nemici” lo esalta ancora tanto…

Lorenzo: 7-. Fa di un pelo meglio del Fantasma46 di casa Yamaha, tempi alla mano, tuttavia non desta le stesse impressioni positive del Dottore. Sarà perché si lagna troppo o perché veniva dall’incontrastato dominio cronometrico di Sepang, però a Phillip Island Jorge non è apparso in sintonia con il bolide di Iwata (gomme incluse) tanto quanto Valentino. Duole un po’ dirlo: nonostante tutto, resta sempre lui l’uomo da battere.

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Honda: 6. Marquez il canguro di Phillip Island compie e fa compiere un incoraggiante balzo in avanti alla nuova RC213V, che a suo dire “ha dei problemi”. In effetti, elettronica, propulsore e telaio sono ancora distanti da standard “mondiali”, così come Dani Pedrosa (ottavo tempo generale), finito a mezzo secondo dal migliore di Red Rocks, Maverick Viñales. In Australia, la Casa dell’Ala ha portato vagonate di evoluzioni, infatti il suo retrobox era invaso da cassoni siglati in svariati modi. Il programma fittissimo ed il meteo bizzoso ha complicato i piani Honda, che si tiene stretto il secondo miglior crono del Cabroçito consapevole di dover lavorare ancora tanto, e in fretta, per presentarsi a Losail all’altezza del suo blasone.

Team Ducati: 4,5. Le Rosse 2016 di Borgo Panigale continuano ad impedire a Iannone e Dovizioso (scivolati entrambi ai margini della top ten australiana) di essere veloci come ci si auspicava. I problemi di adattamento alle nuove coperture francesi, nonché quelli relativi al nuovo cambio, stentano ad essere risolti ed annotare i tempi della GP14.2 di Hector Barbera costantemente davanti fa preoccupare Gigi Dall’Igna, i due Andrea e tutti i ducatisti. Ad ingarbugliare una trama già tetra, la figura “damoclea” di Casey Stoner: l’assenza-presenza del collaudatore più veloce della MotoGP ha alimentato voci di prossime riapparizioni in pista, magari in sostituzione dell’infortunato Petrucci… L’ambiente Ducati ha fortemente bisogno di serenità e i due piloti ufficiali devono (ri)sentirsi al centro di un progetto ambizioso. AA cercasi reazione italiana subito, dal 2 al 4 marzo, test in Qatar.

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Petrucci: 6,5. Una certezza quando dal cielo piovono incertezze. È dalla scorsa stagione che dimostra di esaltarsi sugli asfalti infidi. Dodici passi indietro nella graduatoria dei tempi complessivi, rispetto a Sepang, ma guida – bene – la Desmosedici ’15 di un team satellite… Le qualità ci sono, peccato davvero per il brutto volo dell’ultim’ora che gli provoca le fratture scomposte di secondo, terzo e quarto metacarpo della mano destra. Esordio mondiale a rischio.

Viñales: 7,5. Attenzione, attenzione. Da tempo si parla della stellina spagnola in forza alla Suzuki, Campione della Moto3 2013, come “futuribile” grande protagonista nella classe regina. Il ventunenne di Figueres stampa il miglior tempo assoluto a Phillip Island in sella alla sua GSX-RR, curvoni veloci e discese ardite non gli dispiacciono, evidentemente… In Australia impressiona per le sue performances tanto sul giro secco quanto sul passo gara e per una gestione del mezzo “matura”, coadiuvata anche dal nuovo cambio seamless. L’anno scorso rookie della MotoGP, quest’anno loose cannon? Tradotto: mina vagante…

 

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giuseppe.urbano@oasport.it

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