Editoriali

‘Italia, come stai?’: sollevamento pesi e vela, occasioni perse e approcci sbagliati

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Un fine settimana di grandi occasioni perse per l’Italia sul sentiero verso Rio 2016.

Partiamo dai Mondiali di sollevamento pesi. La selezione femminile, dopo l’edizione 2014 conclusa in quindicesima piazza, partiva da un’ottima base per chiudere tra le migliori 21 nazioni e garantirsi la partecipazione di due atlete alle Olimpiadi. Bastava amministrare. Purtroppo le azzurre sono retrocesse al 23° posto, mancando l’obiettivo di appena 5 punti. Inutile girarci attorno: è mancato l’apporto di Genny Pagliaro. La stella della squadra, quinta nella rassegna iridata 2014, ma soprattutto reduce dal bronzo agli Europei nei -48 kg (senza dimenticare i due ori del 2013 e 2014), è mancata proprio nel momento più importante del quadriennio, rendendo decisamente al di sotto delle attese. 170 kg nel totale rappresentano un risultato decisamente non all’altezza del palmares della siciliana, distante una decina di chilogrammi dai suoi standard di rendimento dell’ultimo triennio. Sarebbe stato sufficiente ripetere il totale del 2014 (178 kg) per garantire due pass olimpici al Bel Paese. Pagliaro, in ogni caso, conferma le difficoltà psicologiche nell’affrontare eventi dal profumo di cinque cerchi. Una brutta storia iniziata a Pechino 2008, quando fu subito esclusa dalla gara con tre nulli nello strappo, stesso esito (questa volta nello slancio) che la mise fuori gioco ai Mondiali 2011 e, di conseguenza, dalle Olimpiadi di Londra 2012. Due indizi che fanno una prova, cui se n’è aggiunto un terzo (il 21° posto di Houston di qualche giorno fa): la pesista siciliana, purtroppo, non riesce a vivere serenamente la pressione quando si ritrova in lizza per un obiettivo olimpico. A questo punto, come già accaduto a Londra, anche la sua presenza a Rio appare a forte rischio. Il pericolo principale proviene dalla sua compagna di squadra, Giorgia Bordignon, autrice di una prestazione solida e consistente, valsa il dodicesimo posto iridato. L’Italia, o attraverso la qualificazione a squadre ai prossimi Europei 2016 o grazie al ranking mondiale individuale, potrà ora staccare ora un solo pass per Rio. Si profila un ballottaggio molto interessante.

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Discorso pressoché identico in campo maschile. Mirco Scarantino e Nino Pizzolato sono grandi amici. Uno solo tra i due, tuttavia, volerà a Rio e potrebbe nascere una grande rivalità. Scarantino (-56 kg), dopo un Mondiale 2014 da dimenticare, si è riscattato parzialmente con una 13ma piazza che non lo soddisfa pienamente, pur se con una misura (257 kg) vicinissima ai limiti stagionali (259 kg agli Europei che valsero il bronzo). Il 20enne nisseno, tuttavia, è consapevole di valere molto di più. Il primato personale (ed italiano) di 270 kg sarebbe valso all’azzurro un quinto posto. Peccato che sinora il giovane siciliano non sia ancora riuscito a sfoderare queste misure in campo internazionale. Chi invece è stato capace di superarsi ed andare oltre i propri limiti è Antonino Pizzolato, addirittura settimo al mondo con tanto di record nazionale migliorato di 11 kg nella categoria dei -84 kg. Il podio virtuale è lontano 17 lunghezze: non sono poche, ma nemmeno così tante. A 19 anni, inoltre, il siculo era di gran lunga l’atleta più giovane in gara, dunque con ampi margini di miglioramento. Al momento, con il podio non così distante, il favorito per andare a Rio è Pizzolato.

Non è andata bene neppure ai velisti italiani impegnati a Takapuna nella classe Finn. Non è bastato il 24° posto finale di Giorgio Poggi per conquistare uno dei quattro pass olimpici in palio (l’azzurro è stato il primo degli esclusi). E dire che il Bel Paese si presentava in Nuova Zelanda con fondate ambizioni di puntare alla top10 non solo con lo stesso Poggi, ma anche con Michele Paoletti, Filippo Baldassarri ed Enrico Voltolini. Invece tutti i nostri portacolori, malgrado la buona stagione disputata, sono venuti meno proprio nell’evento clou del 2015. Resta una sola occasione per qualificarsi a Rio tramite il Trofeo ‘Princesa Sofia’ del 2016, con un posto in palio (anche se andrà vagliata una possibile ipotesi di ripescaggio). Preoccupa, però. questa tendenza italiana ad evaporare proprio quando occorrerebbe al contrario mostrare orgoglio, motivazioni e forza caratteriale. Pagliaro e velisti, due campanelli d’allarme da non sottovalutare in vista delle Olimpiadi, evento dove il corretto approccio mentale degli atleti rappresenterà la condicio sine qua non per sperare di ottenere un bottino soddisfacente.

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federico.militello@oasport.it

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