MotoGP

MotoGP, GP Giappone 2015: analisi della gara. Lorenzo e quell’incubo chiamato Valentino Rossi

Federico Militello

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Ha stretto forte il pungo sinistro tagliando il traguardo. Valentino Rossi lo sa: quello conquistato a Motegi sarà forse il secondo posto più importante della sua vita. Ha guadagnato 4 pesantissimi punti sul compagno di squadra Jorge Lorenzo, portandosi a +18 nella volata iridata a tre GP dalla conclusione.

Ha vinto sei gare in questa stagione, nessuno come lui. Da Brno in avanti è costantemente il più veloce ogni fine settimana in condizioni di asciutto. Eppure tutto questo potrebbe non bastare a Jorge Lorenzo per aggiudicarsi l’iride. Dinanzi a sé la figura di Valentino Rossi assume sempre più i contorni di un incubo, in una logorante guerra psicologica di trincea dove il 36enne di Tavullia continua ad infierire dei colpi mortiferi proprio quando sembra inesorabilmente all’angolo.

Il 28enne maiorchino è frustrato. In termini di velocità pura, sa di avere qualcosa in più dell’avversario. Impietoso il confronto in qualifica, dove Lorenzo ha ottenuto quattro pole-position, scattando davanti a Rossi in 14 occasioni su 15! Eppure in gara quasi sempre cambia tutto. Il nove volte campione del mondo sta logorando le certezze dell’iberico con una continuità di rendimento fuori dal comune, raccogliendo sempre il massimo in ogni circostanza. Rossi non ha ottenuto molti successi in questa stagione (4), ma è l’unico pilota ad essere sempre finito in zona punti, collezionando ben 14 podi. Non è mai andato oltre una quinta piazza (a Misano, dove è incappato nell’unico errore di strategia del Mondiale, oltretutto graziato dalla caduta di Lorenzo). Proprio il GP di San Marino, al momento, pesa come un macigno sulle ambizioni mondiali dello spagnolo: uno zero che sta pagando a carissimo prezzo.

Le certezze di Lorenzo sono sempre più minate e la convinzione di poter vincere questo Campionato inizia a vacillare. Innanzitutto l’iberico non è più padrone del proprio destino: con tre secondi posti, Rossi conserverebbe comunque 3 punti di vantaggio. Inoltre il fatto che il maiorchino si appelli spesso ad improbabili alibi non rappresenta di certo un bel segnale sulla sua tranquillità d’animo. A Misano e Silverstone Lorenzo aveva attribuito la colpa alla visiera del casco appannata, questa volta addirittura se l’è presa con il meteo (“Se avesse continuato a piovere, avrei vinto…“). Insomma, il centauro della Yamaha sembra iniziare a perdersi nel labirinto dei rimpianti, perdendo inesorabilmente lucidità. Proprio l’obiettivo di una vecchia volpe come Valentino Rossi, per il quale arrivano ora due piste molto favorevoli come Phillip Island e Sepang. Nel piano tattico dell’italiano, manca un fondamentale tassello per assestare il definitivo colpo del ko al rivale: vincere un duello corpo a corpo sull’asciutto, magari all’ultimo giro. Chissà che l’Australia non possa rappresentare il teatro di un duello epocale.

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federico.militello@oasport.it

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