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MotoGP, GP Italia 2015: i fischi del Mugello a Lorenzo e i mali di una comunicazione sbagliata!

Giandomenico Tiseo

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All’indomani della gara del Mugello (Italia), sesto appuntamento del Mondiale di MotoGP 2015, è ancora viva negli occhi degli appassionati l’eccezionale prova di Jorge Lorenzo, mattatore assoluto della domenica sul tracciato toscano. Una superiorità imbarazzante esibita lungo le curve della pista italiana che ha lasciato senza fiato avversari ed addetti ai lavori. Sfortunatamente, chi invece è voluto uscire fuori dal coro sono i soliti tifosi di pura deriva calcistica che, per l’ennesima volta, hanno offerto uno spettacolo poco edificante. In primis, i fischi al vincitore reo di aver dato una nuova lezione di motociclismo all’idolo di casa e, in secondo luogo, le urla di giubilo e felicità alla caduta di Marc Marquez, nel corso della gara, sinonimo non solo di poca sportività ma anche di poco rispetto nei confronti del darsi agonistico sul circuito. Ma come spiegare questo fenomeno? Quali sono le radici di una mentalità da clan che divide tutto e tutti e impedisce di vivere un evento del genere come una festa in senso più ampio?

La risposta risiede nei mali della comunicazione nostrana, pronta a creare le fazioni per puro sensazionalismo mediatico e fama di share piuttosto che di informazione. Un modus operandi che non ha fatto altro che dividere “lo spogliatoio” allo scopo di coinvolgere persone che di motociclismo non erano appassionate, attratte dal mito della vittoria che Valentino rappresentava e rappresenta e portando, come conseguenza, a diaspore calcistiche. Le persone che si trovavano in circuito ed hanno esultato alla caduta del Cabronçito e fischiato il Martillo, non sono appassionate delle due ruote, ma semplici tifosi da stadio prestati per l’occasione o membri di una “Bibbia del 46″/ fazioni opposte che una volta che il pilota di riferimento appenderà il casco al chiodo, verteranno sull’altro personaggio che fa tendenza.

Tranquilli, questo pezzo non vuol suonare con nessun fare da moralista o “bacchettone”, come potrebbe pensare qualcuno, tuttavia dover assistere ad un nuovo show del genere guasta quell’atmosfera di festa che spesso accompagna l’appuntamento in Italia e dà un’immagine negativa. Tutti, nel nostro piccolo ,abbiamo una responsabilità cioè far passare messaggi sbagliati nei quali si confonde, in un modo nell’altro, ciò che è informazione da ciò che è comunicazione portando ad equivalere i livelli ed ottenere una miscela letale. Di cosa si tratta? Di ciò che attira l’attenzione di tutti per un settore più sull’esaltazione di un individuo vincente piuttosto che per la passione nei confronti della disciplina. Il coinvolgimento per altri sport non può essere guidato esclusivamente dalla parolina magica “vittoria” ma anche dal piacere che il darsi “ludico” suscita. Se la strada dello share ad ogni costo persiste, otterremo il risultato di calciofili che, a puntate, seguiranno lo sci o il motociclismo a seconda se vi sia un Alberto Tomba o un Valentino Rossi e ciò è assai limitativo.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Immagine: pagina FB Jorge Lorenzo

Twitter: @Giandomatrix

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