Sci Alpino
Sci alpino, Mondiali: capolavoro Grange, harakiri Hirscher! Azzurri ko
L’aria Mondiale risveglia un campione che molti, ormai, davano sul viale del tramonto: Jean-Baptiste Grange conquista a Beaver Creek il secondo titolo iridato della carriera, quattro anni dopo l’alloro di Garmisch. Quel successo, oltretutto, era stato l’ultimo del transalpino, successivamente condizionato da svariati infortuni alle ginocchia e alle spalle: oggi il trionfo più bello, più inaspettato, grazie ad una seconda manche impeccabile.
Già, il trentenne di Valloire era quinto a metà gara e, alla luce dei precedenti stagionali (mai oltre il sesto posto), si trattava di un risultato molto positivo: sul tracciato angolato come non mai del tecnico norvegese si era difeso bene, su quello filante e veloce del nostro Stefano Costazza ha scatenato una furia incredibile che molti, appunto, credevano non sarebbe più stato in grado di esprimere. Una furia patita anche da Marcel Hirscher, dominatore del primo segmento di gara: il campione austriaco esagera col controllo, si rende conto di dover recuperare e, all’improvviso, inforca salutando la quarta medaglia di questo evento mondiale. Così sul podio, a fianco del tricolore d’Oltralpe, sventolano due bandiere tedesche: quelle di Fritz Dopfer (+0.35) e Felix Neureuther (+0.55), anch’essi in rimonta nella seconda prova dove scivolano indietro gli svedesi Hargin e Myhrer (5° e 6°) e il russo Khoroshilov (8°): ai margini del podio ci finisce per appena due centesimi Henrik Kristoffersen, paradossalmente condizionato in negativo proprio dalla tracciatura del suo allenatore.
Tra gli azzurri, il Mondiale più nero degli ultimi 15 anni ha degna conclusione: al traguardo solo Manfred Moelgg, più brillante nella prima manche e leggermente in difficoltà sugli spazi più ampi del tracciato di Costazza. L’undicesimo posto finale, comunque, è un risultato in linea con le possibilità attuali di un campione appena rientrato da un gravissimo infortunio.
Fuori gli altri tre. A Stefano Gross e Patrick Thaler va dato atto di averci provato nella seconda discesa, dopo essere scivolati fuori dalla top ten a metà gara. Il finanziere fassano e soprattutto il carabiniere di Sarentino attaccano coraggiosamente sul disegno del proprio allenatore, ma un’inforcata e un arretramento li mettono fuori gioco, anche se in ogni caso era impossibile pensare ad una rimonta sino alla zona podio. Il rammarico più grande, in casa Italia, si chiama però Giuliano Razzoli: il suo Mondiale dura 35”, nei quali era perfettamente in linea per uno dei cinque migliori tempi che avrebbe costituito un significativo viatico per la seconda discesa. Il reggiano dell’Esercito entra forse troppo veloce in una doppia all’ingresso del piano e accumula un ritardo di linea che lo porta rapidamente a deragliare. Com’è deragliata l’Italia intera a questi Mondiali di Vail/Beaver Creek.
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foto: fis-ski.com
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com