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Golf, Open Championship: Rory McIlroy vola nella leggenda, straordinario Dodo Molinari!

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Una vittoria da leggenda. Dopo due mostri sacri come Jack Nicklaus e Tiger Woods, Rory McIlroy diventa il terzo giocatore a vincere tre differenti Major a 25 anni con la conquista del suo primo Open Championship. Un successo alla McIlroy, inarrestabile come nello U.S. Open 2011 e nel PGA Championship 2012, ottenuto dominando dalla prima alla 72esima buca e nonostante un rallentamento nell’ultimo round. Il nord-irlandese, infatti, ha vissuto momenti difficili in alcuni frangenti di gara, ma è bastato un -1 (71), con quattro birdie e tre bogey, per domare il Royal Liverpool e festeggiare con -17 (271 – 66 66 68 71). Per un altro passo nella storia. La progressione di Rory, dopo il cupo 2013, insomma, è ritornata ad essere imperiosa.

Entrano ancor di più nel mito del golf italiano, invece, i Big Three nostrani. Edoardo e Francesco Molinari e Matteo Manassero colorano di azzurro la Top 20 del British Open, il Major più apprezzato e più amato dai nostri fenomeni, per un risultato storico e mai nemmeno sfiorato dai loro predecessori. Il vero alfiere della settimana è stato un impeccabile Dodo Molinari, probabilmente meno atteso degli altri due ma rivelatosi il più incisivo su un percorso agevole e poco influenzato dal vento. Il maggiore dei fratelli costruisce il suo miglior piazzamento della carriera in un Major con il terzo 68 del torneo e, in questo senso, aumenta il rammarico per un secondo round tutt’altro che perfetto. Cinque birdie (di cui tre consecutivi) ed un bogey lo proiettano in settima posizione a -11 (277 – 68 73 68 68) oltretutto miglior prestazione dai tempi di Costantino Rocca (quinto al Masters 1997).

Quarto round di cuore ed orgoglio, invece, per Francesco Molinari, che risale la china fino alla 15esima posizione (280 – 68 70 75 67, -8). Il torinese dimostra di aver ammortizzato il 75 di ieri ed innesta nuovamente le marce più alte con tre birdie ed un eagle, per un eccezionale -5 (67). Per il secondo anno consecutivo, dunque, Chicco entra i primi 15 del Major più antico del mondo, dopo il 9° posto del 2013, dimostrando di essere assolutamente in corsa per una wild card della Ryder Cup.
Il peggiore di giornata risulta essere un anonimo ed evanescente Matteo Manassero, consapevole di aver steccato uno dei suoi round più importanti della carriera. Il round in 72 (Par) gli preclude qualunque aspirazione di podio o Top 5, ma lo rispedisce indietro fino in 19esima posizione, a -6 (282 – 67 75 68 72). Il bilancio finale, per il 21enne azzurro, però, può essere pressoché positivo: il periodo buio degli ultimi mesi sembra definitivamente alle spalle.

Al suo sessantaduesimo Major consecutivo, invece, arriva l’ennesimo prestigioso piazzamento per Sergio Garcia, che mette pressione a McIlroy con un gran round in -6 (66), grazie a quattro birdie, un eagle ed un bogey. Lo spagnolo accorcia addirittura fino a due colpi di svantaggio, ma una disastrosa uscita mancata dal bunker alla 15 spegne (ancora) i sogni di gloria de El Niño, costretto alla seconda posizione in -15 (273 – 68 70 69 66). Si conferma un fuoriclasse lo statunitense  Rickie Fowler, che conferma la sua straordinaria attitudine per i tornei dello Slam: quinto posto al Masters, secondo allo U.S. Open e secondo anche ad Hoylake. Il -5 finale (67), senza bogey e con cinque birdie, gli consente di restare agganciato a Garcia e di chiudere con quattro giri sotto i 70 colpi (69 69 68 67)

Fari spenti, ma qualità sopraffina, per un eterno Jim Furyk, quarto in solitaria a -13 (275) dopo uno straordinario round in -7 (65), miglior punteggio di giornata. Uno score parziale firmato anche da Marc Leishman, in una quinta posizione (276, -12) tutta australiana con il n°1 al mondo, Adam Scott, alla terza Top 5 consecutiva all’Open. Insieme a Dodo Molinari, si installa in settima posizione il sudafricano Charl Schwartzel, davanti al trio che chiude la Top 10 formato dal nord-irlandese Graeme McDowell, dal francese Victor Dubuisson e dall’irlandese Shane Lowry (278, -10).

Malinconicamente 69° e quartultimo Tiger Woods, solo in parte attenuato dal recente rientro alle gare dopo un lungo infortunio. La Tigre, completamente in bambola dal venerdì in poi, firma un altro giro sopra Par (75, +3) che contribuisce ad un pesante score di +6 (294).

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Wikimedia Commons

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