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Canoa slalom, Europei Vienna: Molmenti e quell’urlo a Londra

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Campione olimpico proprio il giorno del suo compleanno. Sono passati quasi due anni dal 1 agosto 2012, quando l’urlo di Daniele Molmenti risuonò sul Lee Valley White Water Center. Dovevano scendere ancora due atleti, il polacco Polaczyk e lo sloveno Kauzer, ma lui era già certo che nessuno avrebbe battuto quel 93.43, frutto di una manche perfetta senza la minima sbavatura. L’allora 28enne pordenonese un po’ guascone aveva appena vinto tutto: 10 medaglie tra Europei e Mondiali, una Coppa del mondo e svariati titoli nazionali.

A 20 anni dal trionfo del suo allenatore Pierpaolo Ferrazzi l’Italia riscoprì la canoa slalom, uno dei tanti sport che puntualmente spariscono dai mass media a Olimpiadi terminate. La telefonata con il Presidente Napolitano, la commozione, il cappellano della squadra azzurra che lo definì un vero friulano, un vero cristiano.

Già perché oltre alla tenacia, alla caparbietà, alla determinazione e al talento, Daniele porta con sé anche la fede. “Senza di essa, probabilmente non sarei qui – raccontò sui giornali dopo il trionfo a cinque cerchi – nel 2007, quando mi ruppi la schiena andando in moto, ho rischiato di perdere il mio primo sogno olimpico. Lì ho avuto la forza di continuare, di stringere i denti nonostante il dolore nei cento giorni dopo l’incidente per affrontare le prime gare per entrare nella squadra nazionale. In quel momento, se non avessi avuto la fede, non penso sarei riuscito ad andare avanti, perché solo con la preghiera sono riuscito a sopportare il dolore che i medicinali non mi facevano passare. Ho sempre avuto la sicurezza che con il lavoro che ho fatto, con la mia mentalità, sarei potuto ritornare ad essere un grandissimo atleta”.

Alla soglia dei 30 anni e alla 15esima stagione con la maglia azzurra Daniele Molmenti è pronto a dire la sua anche a Vienna. Puntare a una medaglia non sarà affatto semplice, il distacco dai big è stato abbastanza ampio nelle selezioni di Tacen e pure il dt Mauro Baron si è detto preoccupato. Tuttavia in un impianto nuovo come quello di Vienna, conteranno tantissimo anche l’esperienza e la capacità di adattamento. Fattori in cui il campione olimpico di Londra è inferiore a pochi.

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