Ciclismo

Freccia Vallone: Nibali in crescita, ma l’Italia è…a terra

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Aggrappata a Vincenzo Nibali, l’Italia esce dalla Freccia Vallone con un risultato che non può certo essere positivo: quattordicesimo lo Squalo, diciassettesimo Diego Ulissi, ventisettesimo Ivan Santaromita. Troppo poco.

Non può essere sempre Nibali, peraltro molto più adatto ad una Liegi che non allo strappo brutale e secco di Huy, a salvare l’Italia; anche perché Vincenzo, com’è noto, è uomo da corse a tappe e nelle grandi classiche vorremmo poter puntare su altre carte. Al momento, purtroppo, queste carte non abbondano e non lo scopriamo certo con la prova di ieri, che complessivamente segna un passo indietro del pedale azzurro rispetto ai buoni segnali emersi dall’Amstel. In ogni caso, Nibali, al momento decisivo, era davanti con i migliori, prima di cedere schianto sotto l’azione di Valverde: la condizione fisica è in crescita, ma ovviamente non è quella ottimale, anche se su un terreno come quello della Liegi potrebbe produrre risultati ben più interessanti. Diego Ulissi era invece abbastanza atteso (sicuramente molto più del siciliano), perché la Freccia, sin dalle sue prime annate in gruppo, è apparsa in un certo senso la sua corsa prediletta: lui stesso si aspettava sicuramente qualcosa in più di un diciassettesimo posto, anche se comunque, nonostante tutto, si tratta sempre di un ragazzo di 25 anni e, salvo rarissimi fenomeni, l’età della maturità e delle grandi vittorie per un corridore è più avanzata.

Giampaolo Caruso è in un buono stato di forma e, da scalatore puro, apprezza molto le pendenze di Huy: tuttavia le gerarchie in casa Katusha erano e si sono dimostrare chiare, dunque le sue “sparate” in testa al gruppo andavano a favore di Dani Moreno, al di là del fatto che l’iberico abbia poi fallito l’obiettivo chiudendo solamente nono. Alla fine, resta dunque l’amarezza per un’altra prestazione non entusiasmante degli azzurri e anche per un pizzico di sfortuna che non ha girato al largo di Damiano Cunego, il quale sembrava molto in palla, trascinato a terra da una rovinosa caduta ad una manciata di chilometri dall’arrivo. Come si suol dire, piove sempre sul bagnato.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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