Sochi 2014

Sochi 2014: la dura legge dell’outsider

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Dura Lex, sed Lex, dicevano gli antichi Romani. Come dura è la legge dell’outsider, ma l’Italia deve accettarla. Siamo questi, lo sapevamo dalla vigilia delle Olimpiadi. Tanti buoni atleti, pressoché competitivi nella maggioranza delle discipline (ma con diversi vuoti, come tutti gli sport acrobatici), ma con pochi, pochissimi campioni in grado di garantire una medaglia certa, ancor meno d’oro.

Se ci si merita l’appellativo di outsider e non di favorito, un motivo ci sarà. Significa che hai le capacità, puoi arrivare in alto, ma per un motivo o per un altro ci riesci solo qualche volta, in taluni casi mai. L’outsider è colui che, per vincere o salire sul podio, deve realizzare la gara della vita e ricevere una spintarella dalla Dea Bendata, magari sperando che i più forti (i favoriti…) sbaglino.

Se arrivi quarto da out-sider, i sentimenti sono contrastanti. Da un lato non è sorprendete aver mancato una medaglia: era nel logico ordine delle cose. Dall’altro imprechi contro la sorte, rea di non averti concesso quel pizzico di fortuna in più.

Out-sider erano Daniela Merighetti, Alessandro Pittin, Karin Oberhofer e la squadra di pattinaggio artistico. Certo, quattro ‘medaglie di legno’, con soli due allori ‘veri’ già conquistati, lasciano il segno e destano preoccupazione in vista del bottino finale. Tuttavia, risultati stagionali alla mano (in alcuni casi, guardando addirittura alle carriere degli atleti in questione), nessuno si sarebbe aspettato una medaglia dagli atleti sopracitati. Di questi Alessandro Pittin è sicuramente il più talentuoso, ma reduce da un lungo calvario di due anni tra infortuni, cadute ed una crisi tecnica nel salto da cui solo ora sta lentamente uscendo. Forse nel 2014/2015 rivedremo il campione di Cercivento tornare sui livelli del 2012 e magari lottare per la Coppa del Mondo. Ma a Sochi l’azzurro gareggiava da out-sider, non essendo mai salito sul podio nell’annata in corso.

La stessa Daniela Merighetti non era mai andata oltre un’ottava piazza nelle discese di Coppa del Mondo stagionali, agguantando la qualificazione per Sochi solo in extremis. Karin Oberhofer, nella sprint femminile di biathlon, non si era mai spinta fino ai piedi nel podio nella sua vita. Nel pattinaggio artistico, infine, Russia, Canada e Usa erano oggettivamente superiori.

Si comprende dunque come i nostri atleti si siano spinti ben oltre le proprie possibilità attuali, raggiungendo risultati superiori alle attese. Da perfetti outsider, hanno disputato forse la loro gara perfetta. I favoriti, però, non hanno sbagliato. Non tutti. E’ la dura legge dell’outsider.

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federico.militello@olimpiazzurra.com

 

1 Commento

  1. ale sandro

    12 Febbraio 2014 at 20:47

    Sono d’accordo con l’articolo e con il commento di Luca,del resto le situazioni vanno di pari passo in molti casi. Programmazione e progettualità non appartengono allo sport italiano invernale al momento ,se non in piccole situazioni.

    • Luca46

      12 Febbraio 2014 at 21:48

      Esattamente. C’è troppo clientelismo e politica delle poltrone. Immobilismo totale. Risolleviamo l’atletica e ciclismo su pista poi pensiamo ad organizzare un edizione dei giochi.

  2. Luca46

    12 Febbraio 2014 at 20:46

    Voglio dire un altra cosa. La programmazione di Cielo e la gestione degli spazi fa letteralmente schifo. La Insam era seconda ed hanno tagliato sulle ultime 3. La gara di biathlon è stata snobbata e partivamo 4° e 6°. E potrei continuare. Per il resto i commenti li trovo anche più che buoni.

  3. Luca46

    12 Febbraio 2014 at 20:36

    Quello che dici è tutto vero. Noi però potremo essere più che outsider. I combinatisti hanno problemi con le tute, gli slittinisti non hanno piste cosi come lo speed skating. Sento parlare di organizzare i giochi olimpici a Roma. Pensiamo invece dare tutto ciò di cui hanno bisogno i vari Nenzi, Pellegrino, Fischnaller, Rieder-Rastner, Pittin ecc… e magari ci troveremo tra quattro anni con una miniera d’oro. Il CONI ha il dovere di investire su questa gente.

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