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Sochi 2014: Innerhofer, è un volo d’argento!
Dolcezza e cattiveria, sensibilità e aggressività: queste sono le sensazioni che Christof Innerhofer ha trasmesso durante la sua discesa, in particolare in un tratto iniziale sciato come nessuno ha nemmeno sfiorato. Innerhofer è tecnica, Innerhofer è sci: Innerhofer è medaglia d’argento olimpica, la prima in questa edizione dei Giochi Olimpici Invernali; Innerhofer è un urlo eterno e vincente tirato al traguardo, una volta resosi conto dell’impresa compiuta.
Meglio di lui solo Matthias Mayer, 2:06.23 e tanti saluti a tutti: per modo di dire, perché il finanziere di Gais chiude ad appena sei centesimi, un battito di ciglia; Inner che in alto, dove c’è veramente da sciare e da tirare le curve, aveva sette decimi di margine sul ventitreenne austriaco, due podi in stagione, oltretutto in superg, ma spirito bellico per questa libera emerso già da prove cronometrate veramente interessanti. A conferma della grande tecnicità del tracciato, la medaglia di bronzo va a Kjetil Jansrud, dieci centesimi tondi più lento dell’austriaco; giù dal podio il suo connazionale Aksel Lund Svindal, il sorprendente statunitense Travis Ganong e il ritrovato Carlo Janka.
In settima posizione, poi, c’è Peter Fill: un settore centrale eccellente, dove è su tempi migliori rispetto a Mayer, ma poi tanta sofferenza dove c’è da scorrere in fondo e un piazzamento comunque buono, davanti persino a quel Bode Miller che sembrava dover ammazzare la concorrenza stando alle prove cronometrate. Il terzo azzurro, Dominik Paris, inizia molto bene nel tratto a lui meno congeniale, tuttavia paga poi la non ottimale forma fisica accumulando distacco e scivolando in undicesima piazza. Infine, Werner Heel dà l’impressione, sin dalle prime porte, di allargare troppo le linee, oltretutto perdendo velocità prima del tratto a minor pendenza; questo gli costa molto caro e lo fa scivolare subito dietro al compagno di squadra. Quattro azzurri nei dodici, e nessuno sforna una prestazione di squadra del genere, ma soprattutto uno sul podio: il ghiaccio è rotto, adesso tocca agli altri.
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com