Rugby

Sei Nazioni, Italrugby: contro la Scozia per la maturità

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Italia-Scozia, da sempre, è la partita della consapevolezza. Lo scontro decisivo per dimostrare Oltralpe, Oltremanica e anche al popolo italiano di essere costantemente in grado di sottomettere l’avversario maggiormente alla portata, di far valere le proprie qualità anche nel Sei Nazioni, avvalorando l’ingresso nella competizione. Quest’anno, però, la vigilia e il momento storico delle due Nazionali propongono scenari alquanto diversi per gli azzurri, in primis proprio per quanto riguarda l’approccio alla sfida più importante del torneo. .

L’Italrugby ha riacquistato lustro e rispetto nelle prime due giornate, tirando fuori gli artigli nelle proibitive trasferte di Cardiff e di Parigi, trasformatesi da possibili debacle a fondamenta della rinascita della Banda Brunel, difficile da ipotizzare dopo un mese di novembre senza alcuno sbocco positivo. Il resto è storia delle scorse settimane, con un Galles bloccato e colto di sorpresa dall’eccellente organizzazione italiana e con una Francia abile ad infilarsi nelle uniche fasi di sbandamento azzurro dei primi 160′ targati Sei Nazioni 2014. All’angolo opposto del ring, invece, la Scozia è stata sistematicamente messa alle corde da Irlanda ed Inghilterra, senza che gli Highlanders riuscissero in nessun modo a reagire ed incassando due pesanti KO, sotto il profilo tecnico nonché psicologico e morale. Momento più propizio, dunque, non ci potrebbe essere per l’esordio di fronte al caloroso pubblico dell’Olimpico e, soprattutto, per evidenziare la maturità raggiunta dalla Banda Brunel, alle prese con una vera e propria prova del 9.

In questo senso, il blackout di inizio ripresa dello Stade de France può fungere da ulteriore incentivo per innalzare di una tacca il livello di intensità e concentrazione, contro una squadra in fase calante ma sempre pronta a risorgere dalle proprie ceneri, se ferita nell’orgoglio. Fondamentale, quindi, sarà togliere sicurezze all’avversario e non concedergli alcun appiglio per tentare di mettere la testa fuori. Un lavoro di abrasione riuscito alla perfezione al Millennium Stadium e a Parigi ma, in un match che vede partire l’Italia con i favori del pronostico, non si potrà prescindere dalla qualità palla in mano e da quel instinct killer necessario per poter traslare anche sul campo la superiorità acquisita perlomeno sulla carta. Perché con una probabile assenza di qualità nelle fasi offensive, risulterà essenziale entrare in ogni porta lasciata aperta dagli scozzesi, senza lasciare nulla al caso; storicamente, non una delle peculiarità della Nazionale italiana, ma la strada verso la maturità, d’altronde, passa anche da questo.

 

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com 

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