Rugby

Galles-Italia, le pagelle: Campagnaro Re Mida, la Giovine Italia funziona

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Il Sei Nazioni 2014 comincia nel migliore dei modi per l’Italia, superba al Millennium Stadium contro il Galles. I campioni in carica portano a casa la vittoria ma devono sudare le proverbiali sette camicie per strappar e il successo ad una ritrovata Banda Brunel, bella ed efficace come non la si vedeva dallo scorso Sei Nazioni. Le pagelle.

Luke McLean, 7: l’Italia ovale lo ha ormai rivalutato. Quando gli azzurri stentavano a novembre, lui era l’unico ad emergere nella foschia e la rivitalizzazione dell’intera squadra non fa altro che accentuare la bontà delle sue prestazioni. Guida con sapienza un triangolo allargato alle prime armi, svolgendo alla perfezione il ruolo di chioccia.

Angelo Esposito, 6,5: una sufficienza piena perché il grossolano errore di inizio partita non può sminuire l’ottimo lavoro svolto per 77′. Se il match di North non decolla è anche merito dell’ala classe ’93 del Benetton Treviso, bravo a controllarlo e a limitarlo. I margini di crescita sono importanti.

Michele Campagnaro, 8,5: un talento puro, cristallino, già perno di questa Italia che non potrà fare a meno della sua esplosività e incisività nel corso del Sei Nazioni. E se la meta contro l’Argentina sembrava essere un biglietto da visita, la doppietta del Millennium Stadium non può che essere la definitiva consacrazione del gioiello trevigiano. Impatto straordinario anche in fase difensiva, dove ogni qualvolta metteva lo zampino il Galles era costretto a rallentare il proprio gioco. Man of the Match.

Alberto Sgarbi, 5: la nota stonata di una linea di trequarti ben organizzata da Brunel. Troppi i 4 placcaggi mancati sugli 11 tentati in totale per un difensore come il numero 12 del Benetton, tra cui anche quello decisivo per il break di Roberts in occasione della meta. Dal suo canale il Galles entra spesso e volentieri.

Leonardo Sarto, 7: il padovano si rivede in campo dopo il test contro l’Australia e non si fa prendere dalla paura dalla bolgia del Millennium e – soprattutto – dalla cavalleria gallese. Importante il contributo in fase difensiva e le sue gambe, quando c’è da contrattaccare, possono essere un’arma letale in qualunque momento.

Tommaso Allan, 7: i cinque punti mancati dalla piazzola gridano vendetta, ma Brunel può essere soddisfatto dell’apertura classe ’93, in particolar modo per la prova difensiva, di grande sostanza con ben 10 placcaggi. Difficile poter mostrare le proprie qualità offensive, ma le occasioni arriveranno.

Edoardo Gori, 6: Ugo fa il compitino, senza strafare ma senza commettere particolari errori. Non c’è grande imprevedibilità nello smistamento degli ovali, solo pulizia e l’obiettivo di non regalare ovali ai gallesi. Di pregevole fattura il cross-kick per Parisse nell’occasione della meta annullata.

Sergio Parisse, 6,5: nel primo tempo è l’uomo più pericoloso dell’Italia in fase offensiva, nella ripresa si nasconde un po’ di più ma la sua presenza in campo si fa sentire costantemente anche nel gioco aereo. Non brillerà come nei giorni migliori, ma anche il capitano risponde presente.

Mauro Bergamasco, 7: il flanker padovano può togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo la prestazione tutta sostanza e generosità di questo pomeriggio. Nei breakdown è una presenza fissa; la miglior rivincita su chi lo credeva già finito.

Alessandro Zanni, 6,5: una partita normale per Iron Man, al solito presente su ogni situazione in cui bisogna lottare ma forse un filo meno poderoso di altre apparizioni.

Marco Bortolami, 6,5: sembra essere quasi specializzato esclusivamente per le touche, naturalmente tutte portate a terra con sicurezza e senza sbavature, da vero maestro qual è. Si fa sentire anche nel gioco aperto, seppur con meno intensità.

Quintin Geldenhuys, 7: lui sì che alza la voce nel gioco aperto, dove mette in mostra la sua possanza fisica e la sua scaltrezza nei punti d’incontro. Sempre abrasivo con la palla in mano, una spina nel fianco per il Galles.

Martin Castrogiovanni, 5: non è il miglior Castro e lo si intuisce soprattutto con il passare dei minuti, per la stanchezza che emerge prima del dovuto e per una tenuta in mischia buona ma non eccelsa, anche perché di fronte si ritrovava Paul James e non il temibile Gethin Jenkins. Più incisivo nel gioco aperto, ma Cittadini probabilmente andava inserito prima.

Leonardo Ghiraldini, 6,5: ordinato e disciplinato nel lavoro sporco a cui è chiamato, fastidioso con la palla in mano quando c’è da attaccare. Non fa sfracelli, ma anche in touche di dimostra preciso e come sempre affidabile. Insomma, un giocatore insostituibile.

Michele Rizzo, 7: la vera sorpresa di giornata. In silenzio, il pilone del Benetton Treviso ha ripagato la fiducia di Jacques Brunel sfoderando una superba prestazione in mischia chiusa, mettendo alle strette uno dei piloni destri più forti al mondo, Adam Jones. E se l’arbitro non avesse fischiato un ‘in avanti’ dubbio (eufemismo) a Zanni, probabilmente si sarebbe tolto anche la soddisfazione della meta…

Alberto De Marchi, 6: tiene stabile la mischia ed è solido nel gioco aperto.

Davide Giazzon, 6: ottimo impatto soprattutto in fase difensiva, dove si fa notare per la buona aggressività.

Lorenzo Cittadini, sv

Joshua Furno, 6: dimostra per l’ennesima volta di essere un affidabile impact player per Brunel e di poter ambire ad una maglia da titolare.

Francesco Minto, 6,5: una forza della natura. La sua aggressività e la sua cattiveria agonistica si fanno notare subito in ogni punto d’incontro, dove il Gladiatore di Mirano è sempre pronto a contendere con coraggio l’ovale. Placca chiunque gli capiti a tiro.

Tobias Botes, 5: vorrebbe strafare e rischia di creare guai, con un pallonetto alquanto rivedibile ed inopportuno. Continua il suo personalissimo momento-no.

Tommaso Iannone, sv.

Jacques Brunel, 7,5: la sua Italia ritrova organizzazione collettiva e compattezza in difesa, la vera base di questa Nazionale. C’è da lavorare sulla qualità in zona d’attacco, ma finalmente si è rivisto quell’equilibrio tattico conquistato lo scorso anno e smarrito troppo presto, che ha imbrigliato il Galles e impaurito il Millennium Stadium. Lancia la Giovine Italia in ruoli delicatissimi e non viene deluso, dimostrando come anche l’Italrugby abbia un futuro.

La cronaca della partita

Foto: Getty Images

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