Editoriali

Sochi 2014: Italia, il rischio di far peggio di Vancouver

Federico Militello

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Quattro anni fa ci presentammo alle Olimpiadi invernali di Vancouver 2010 con grandi ambizioni, di sicuro non per ripetere i fasti di Torino 2006, ma quanto meno per conseguire un bottino di allori consistente. Tornammo a casa con 5 podi ed il solo oro di Giuliano Razzoli in slalom, sedicesimi nel medagliere e superati anche da nazioni come Australia, Repubblica Ceca e Polonia, non proprio dei colossi negli sport invernali, pur se in decisa crescita. Un risultato che ci riportò indietro di quasi 30 anni, in particolare a Sarajevo 1984 (2 ori, ma decimo posto nel medagliere) e Lake Placid 1980 (2 argenti nello slittino, 13mo posto finale).

Vancouver viene ricordata come un’Olimpiade negativa, quella che ha segnato la parola ‘fine’ al ventennio magico 1988-2006 che ha visto l’Italia issarsi tra le potenze della neve e del ghiaccio. Il rischio attuale, tuttavia, è che a Sochi 2014, tra un mese, si possa fare anche peggio dell’edizione canadese. Non è pessimismo o catastrofismo, ma una (amara) considerazione dettata dai fatti.

Al momento le certezze dell’Italia si contano sulle dita di una mano. Sicuramente tra queste vi è lo slittino. Considerando che le medaglie si assegneranno dopo quattro manche, viene da pensare che almeno uno tra Armin Zoeggeler e Dominik Fischnaller potrebbe centrare il podio. Attenzione però: in Russia, allo stato attuale delle previsioni meteo, gli azzurri troveranno una temperatura massima di 10° e minima di 5°. Insomma, farà caldo, la condizione peggiore per le slitte tricolori. Tuttavia ieri, in una situazione simile, Zoeggeler ha colto un importante secondo posto a Koenigssee, prestazione che lascia ben sperare, anche se il tedesco Loch sembra fuori portata per l’oro. Sempre riguardo allo slittino, il team-relay rappresenta un grosso punto di domanda. Al momento ci risulta difficile pensare ad un’Italia sul podio per due motivi: 1) nel singolo maschile, la partenza per la staffetta viene abbassata, favorendo gli atleti meno tecnici 2) per quanto detto nel punto 1, diventa fondamentale fare la differenza nel doppio e, soprattutto, nel singolo femminile. In quest’ultima disciplina Sandra Gasparini accusa un distacco elevato da Germania e Canada, senza dimenticare che in Russia le padrone di casa certamente faranno la voce grossa, a partire da Tatiana Ivanova.

Veniamo allo sci alpino, uno dei pochi sport da cui ci attendiamo dei riscontri positivi. Anche in questo caso il principale avversario dell’Italia sarà rappresentato dal meteo, con una neve ‘molle’ che da sempre i nostri rappresentanti faticano a digerire. Aggiungiamoci che le piste non saranno così impegnative sotto il profilo tecnico e il quadro è completo. La speranza più grande si chiama Dominik Paris, a patto che il fenomenale discesista azzurro recuperi al 100% dall’ematoma al polpaccio patito in Val Gardena a dicembre. I vari Innerhofer, Fill ed Heel, come detto, dovranno fare i conti con una neve che richiede grandi doti di scorrevolezza, mentre al momento (salvo smentite già a partire da questo pomeriggio) non vediamo risulta arduo pensare ad una medaglia nelle discipline tecniche. In campo femminile, slalom a parte, l’Italia potrà recitare il ruolo di out-sider con le sorelle Fanchini e Federica Bringone.

Poi c’è lo snowboard, fino alla scorsa annata una certezza inscalfibile. L’avvio di stagione, invece, ha sollevato più di un dubbio sul rendimento dei vari Roland Fischnaller ed Aaron March, cui di certo non ha giovato il cambio di regolamento da due ad una manche. L’impressione, tuttavia, è che i due altoatesini possano giocarsi una medaglia quanto meno nel PSL. Nello snowboard cross, invece, l’Italia può contare su una potenziale fuoriclasse come Michele Moioli, in grado anche di puntare all’oro, e di una squadra maschile super competitiva e con molte frecce al proprio arco. Stiamo comunque parlando di una delle discipline dove la casualità e la fortuna incidono maggiormente, con contatti, cadute ed incidenti sempre dietro l’angolo. Difficile, dunque, avere certezze in questo senso.

Altra azzurra da cui ci si aspetta moltissimo è Arianna Fontana nello short track, per sua stessa ammissione in grado di puntare alla finale in tre gare, con la staffetta azzurra che può giocarsi un bronzo con Canada e Usa.

Ricapitolando, a nostro parere le speranze tangibili di medaglia sono le seguenti: Zoeggeler/Fischnaller, Paris, una nello snowboard tra parallelo e cross, Arianna Fontana. La somma fa quattro, meno del carniere di Vancouver 2010.

Non mancano di certo gli out-sider, sia chiaro. Tra questi mettiamo anche Carolina Kostner, al momento un gradino sotto rispetto alle asiatiche Na Kim e Asada e che dovrà vedersela con ogni probabilità con le padrone di casa russe per un bronzo (ed è noto quanto il fattore casalingo incida sulle giurie…). Un colpo potrebbero piazzarlo Mirko Nenzi nei 1000 metri dello speed skating, Federico Pellegrino nella sprint dello sci di fondo ed Alessandro Pittin nella prova del trampolino piccolo della combinata nordica. Francamente, pur sforzandoci, non vediamo medaglie per l’Italia nel biathlon, dove comunque qualche piazzamento nella top10 potrebbe arrivare.

Di sicuro ci attende un’Olimpiade difficile, complicata. Con un po’ di fortuna si potrebbe anche superare il bilancio della passata edizione, ma è bene sottolineare che, se ciò non accadesse, non sarebbe una sorpresa. Al momento la barca azzurra degli sport invernali veleggia in un mare tempestoso: calerà a picco o riuscirà a raggiungere il porto danneggiata, ma sana e salva?

 

 

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federico.militello@olimpiazzurra.com

 

 

 

 

 

 

 

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