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‘Italia, come stai?’: slittino e volley, siamo al vertice mondiale

Federico Militello

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Nello sport conferma fa rima con consacrazione. Significa che la forza di un campione non si misura in un exploit isolato, ma in una continuità di rendimento che mette le radici nel tempo.

Dominik Fischnaller si trova solo agli albori di una carriera che promette di essere irradiata di successi. Dopo il trionfo di Lillehammer, il 20enne di Rio di Pusteria (BZ) ha colto un podio importante a Igls, non tra le piste più adatte alle sue caratteristiche e dove in passato non era mai andato oltre l’undicesima posizione. Con 170 punti dopo due gare, il giovane altoatesino è in testa alla classifica generale di Coppa del Mondo alla pari di Felix Loch e David Moeller. Diamo un’occhiata al calendario: le prossime due gare, Winterberg e soprattutto Whistler Mountain, pendono a favore degli avversari teutonici. Lo scorso anno proprio a Winterberg la Germania monopolizzò le prime cinque posizioni, con Dominik sesto. Il risultato non fu tanto diverso sul budello che ospitò i Giochi di Vancouver 2010, con un poker teutonico e Fischnaller appena 18mo sulla pista in cui, dopo Oberhof, conta maggiormente la fase di spinta. Le tappe successive saranno poi Park City (Usa) e Koenigssee (Germanika), due catini che potrebbero esaltare le doti di guida dell’azzurro. In sostanza: se Fischnaller riuscirà a limitare i danni nei prossimi due appuntamenti, magari con due podi, allora l’obiettivo sfera di cristallo potrebbe realmente essere cullato fino al termine della stagione. 
Ancora qualche imperfezione ha privato del podio Armin Zoeggeler, comunque in agguato per un grande risultato ed in crescita verso le Olimpiadi. Proprio in vista di Sochi va valutato positivamente il terzo posto nel team-event, specialità su cui l’Italia punta molto e dove cruciale sarà l’apporto di Sandra Gasparini. Il doppio dei veterani Oberstolz-Gruber si conferma al quarto posto, ma ormai molto vicino ai primi. Formidabili in fase di spinta, pagano ancora dazio alla guida, invece, i giovani Rieder-Rastner. Ma l’Italia dello slittino c’è, eccome.

Si chiude una grande stagione per la pallavolo maschile italiana. Ieri gli uomini di Mauro Berruto hanno conquistato il bronzo alla Grand Champions Cup, che va ad aggiungersi a quello in World League ed all’argento europeo. Come da tradizione recente, Russia e Brasile restano davanti, ma ormai il gap sembra più assottigliato che mai, tanto che esistono fondate ambizioni di azzerarlo completamente nel 2014, l’anno dei Mondiali. Lo dimostra proprio la vittoria sui russi, così come la sconfitta al tie-break con i verde-oro. Oltretutto la selezione tricolore era presente in Giappone con una formazione in gran parte sperimentale e con due assenze pesanti come quelle di Simone Parodi e Cristian Savani. All’Italia, sino a qualche tempo fa, mancavano le alternative. Ora in tutti i reparti Berruto si trova a dover fare i conti con piacevoli problemi di abbondanza. In banda hanno convinto Lanza e Kovar (in attesa dell’esplosione del talentuoso Randazzo), a turno, salvo cambi di ruolo, un opposto come Zaytsev o Vettori è relegato alla panchina. E questo la dice lunga…Anche il reparto dei centrali appare sempre più solido, con i giovani Piano e Beretta (ed occhio a Mazzone) ormai delle garanzie al fianco dell’inamovibile Birarelli. Finalmente, poi, abbiamo anche un’alternativa a Travica come palleggiatore: un Michele Baranowicz che sa smistare il gioco con imprevedibilità come pochi altri.
Insomma, sta nascendo davvero una grandissima squadra. E’ presumibile che, tra non molto, non potremo più accontentarci di ‘semplici medaglie’, ma ci aspetteremo quella del metallo più pregiato.

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federico.militello@olimpiazzurra.com

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