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Atletica, ecco gli azzurri da podio verso Rio 2016

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Ieri abbiamo parlato del fondo toccato dall’atletica italiana, anche se non mancano elementi per sperare in una ripresa verso le Olimpiadi di Rio 2016, perlomeno per quanto riguarda le cosiddette ‘eccellenze da medaglia’ (clicca qui per leggere ‘Italia, come stai?’).

Fra tre anni potremmo ammirare in Brasile una nazionale con diverse punte in grado di puntare al podio. Tra queste non possiamo che inserire lo sfortunato Daniele Greco, infortunatosi proprio a pochi minuti dall’inizio delle qualificazioni del salto triplo a Mosca. Già quarto ai Giochi di Londra 2012, il 24enne pugliese vanta un personale di 17.70 metri indoor (17.47 all’aperto). Dotato di una velocità di base considerevole (personal best di 10″38 nei 100 metri), Greco possiede un’elasticità muscolare che ne fa un vero e proprio asso della disciplina. La barriera dei 18 metri pare poter essere alla portata dell’azzurro: ci riuscisse, darebbe vita a dei duelli stellari con il fuoriclasse francese Teddy Thamgo, reduce dall’oro iridato con un mostruoso 18.04 m.

In Alessia Trost l’Italia potrebbe aver trovato quella fuoriclasse che cercava da tempo. Non bisogna avere timore di affermarlo, la friulana sembra nata per fare salto in alto. Prendiamo ad esempio Antonietta Di Martino: la campana, alta 1.69 m., ha sempre compiuto delle autentiche imprese per competere alla pari con le valchirie dell’Est Europa. Alessia, invece, è alta 19 centimetri in più, oltre a poter contare su un fisico slanciato e longilineo. Il talento innato l’ha portata a vincere tutto a livello giovanile e, pur se appena 20enne, già a Mosca, sotto sotto, un pensierino al podio delle ‘grandi’ lo aveva fatto. Già in grado di saltare 2 metri al coperto (1.98 outdoor), l’azzurra pare ancora ben lungi dai suoi limiti, con una tecnica ancora tutta da perfezionare, in particolare in fase di volo. La Trost può davvero regalarci soddisfazioni importanti alle prossime Olimpiadi. E se un giorno provasse l’assalto ai 2.10? Fanta-atletica? Sognare non costa nulla…Chissà.

Nel salto con l’asta il Bel Paese potrebbe aver trovato una nuova miniera, perlomeno al femminile. Roberta Bruni, lo scorso inverno, ha realizzato a 19 anni il nuovo record nazionale: 4.60 m. Una misura di respiro internazionale. Considerando che solitamente, nelle grandi rassegne, si sale sul podio intorno ai 4.80-4.85, in tre anni esistono i margini per studiare una progressione che porti la giovane romana tra le big del circuito.
Altro grande talento è quello della ex ginnasta Sonia Malavisi, coetanea della Bruni e salita a quota 4.42, miglior prestazione mondiale stagionale in campo juniores all’aperto. Il dualismo interno non potrà che far bene a queste due ragazze: non esiste niente di meglio del pungolo reciproco per continuare a crescere giorno dopo giorno.

Alto e asta donne, triplo maschile: le maggiori possibilità di medaglia per l’Italia a Rio arriveranno da queste discipline.
Eppure, nel triennio che ci separa dalla rassegna a Cinque Cerchi, l’auspicio è che possa sbocciare qualche altro nome nuovo. Magari José Reynaldo Bencosme, fuori per tutta la stagione a causa di un infortunio, ma atleta di classe nei 400 hs dove vanta un personale da 49″33. Affinando la tecnica, soprattutto nel superamento dell’ostacolo, l’italo-dominicano potrebbe diventare un uomo da 48″ netti con costanza: significherebbe lottare per qualcosa di importante.

Sin qui abbiamo parlato dei giovanissimi. Ma l’atletica italiana non può dimenticarsi di un campione tutt’altro che ‘anziano’, ma fuori da troppo tempo per una catena infinita di infortuni: Andrew Howe. Il laziale tornerà in pedana il prossimi 31 agosto nel salto in lungo, disciplina in cui potrebbe ancora recitare un ruoto da assoluto primattore. E’ bene che Andrew, ponendo la massima attenzione sulla tutela del suo martoriato fisico, prenda una volta per tutte una decisione definitiva: o salto in lungo, o 200 metri o 400. Per sognare medaglie importanti, è necessario puntare al lungo. E Rio potrebbe essere rappresentare l’ultima grande occasione per la carriera di Howe. 

Non si hanno sue notizie da diverso tempo: lento e faticoso è il recupero dall’infortunio. Ma Antonietta Di Martino cova propositi di rientro. Vuole un ultimo squillo prima di lasciare l’attività agonistica. A Rio avrebbe 38 anni, forse troppi per pensare ad un’Olimpiade da protagonista. Eppure ci piacerebbe nelle prossime stagioni che la campionessa di Cava de’ Tirreni possa fare da chioccia all’astro nascente Alessia Trost in quello che sarebbe un naturale passaggio di consegne.

Detto che a Rio l’intramontabile Valeria Straneo potrebbe sorprenderci ancora nella maratona, concludiamo parlando della marcia. Le giovani Eleonora Giorgi ed Antonella Palmisano crescono bene e potrebbero arrivare pronte per un risultato di prestigio proprio in occasione delle Olimpiadi (senza dimenticare la veterana Elisa Rigaudo). In campo maschile, invece, al momento non intravediamo opportunità di medaglia. A meno che….
La squalifica di un certo marciatore altoatesino scadrà il 30 gennaio 2016 (potrebbe addirittura essere ridotta…), appena in tempo dunque per Rio. Al di là degli errori del passato (che giustamente sta pagando), la vita, la legge ed il buon senso ci insegnano che una seconda possibilità va concessa a chiunque. Se Alex Schwazer deciderà di rimettersi in gioco, questa volta in maniera pulita e senza aiuti illeciti, avrà tutto il nostro sostegno.

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federico.miliello@olimpiazzurra.com

 

1 Commento

  1. Federico Militello

    22 Agosto 2013 at 00:30

    Gabriele, 3 anni sono tanti però…10 cm l’anno……..

  2. Gabriele Dente

    21 Agosto 2013 at 23:59

    Bruni e Malavisi hanno misure ancora molto lontane dai vertici internazionali, ne hanno di strada da fare. Non si può ancora scommettere su di loro.
    Per Greco, come dicevi giustamente tu, Federico, c’è da sperare che non ce lo rovinino. Stiamo assistendo a dinamiche già viste, poco rassicuranti.
    L’unica che finora coniuga integrità fisica, maturità tecnica e tenuta mentale è Alessia Trost; a Mosca per la medaglia c’è mancato davvero poco. E poi la vedo serena, fiduciosa, con un allenatore che la conosce bene e che sa il fatto suo. In più, almeno per ora, non ha tra le avversarie “mostri sacri” che le possano sbarrare la strada. In definitiva per Rio oggi scommetterei qualche euro solo su di lei. Nella speranza di poterlo fare anche (perlomeno) su Greco.
    Su tutti gli altri che hai menzionato, pur nutrendo per alcuni stima o addirittura ammirazione, per un motivo o per un altro non ho buone aspettative per Rio.

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