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‘Italia, come stai?’ (Prima parte): Prandelli, i nodi da risolvere verso i Mondiali

Federico Militello

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Quest’oggi l’appuntamento di “Italia, come stai?” è dedicato agli sport di squadra. Nella prima parte ci concentreremo sulla nazionale di calcio, nella seconda sull’ascesa dell’hockey prato femminile e sulla crescita della pallamano.

Partiamo dal calcio e dalla Confederations Cup appena conclusa in Brasile. La Nazionale di Cesare Prandelli è cresciuta con il passare delle partite: come da tradizione, l’Italia esprime il massimo del proprio potenziale quando in palio figura qualcosa di importante, mentre fatica maledettamente nei gironi eliminatori o, peggio ancora, nelle amichevoli.
Sicuramente si nota sempre più la mano del ct di Orzinuovi: mai un lancio lungo, con una distanza tra i reparti che consente di sviluppare gioco palla a terra e partendo dalla difesa. Un’idea di calcio che, dopo ormai tre anni dalla disfatta del Mondiale sudafricano, ha portato un secondo posto agli Europei ed un terzo alla Confederations Cup. Per salire sul gradino più alto del podio, tuttavia, Prandelli dovrà restituire alla selezione tricolore l’antica solidità difensiva. 10 gol subiti in 5 partiti sono un dato eloquente, che non lascia alibi. Per vincere le grandi manifestazioni, prima ancora che il bel gioco, è necessario non subire reti. Gli ultimi due Mondiali vinti dall’Italia e dalla Spagna, d’altronde, ne rappresentano la tangibile testimonianza (entrambe subirono appena 2 gol). E’ chiaro che, al momento, non possiamo più contare su fenomeni del passato come Bergomi, Scirea, Baresi, Maldini, Nesta o Cannavaro. In questa epoca non abbiamo a disposizione fuoriclasse, ma buoni interpreti in grado di eseguire al meglio lo spartito solo all’interno di un’orchestra ben oleata. Barzagli comincia ad accusare l’usura ed il peso degli anni, Chiellini e Bonucci, di tanto in tanto, si concedono qualche pausa, mentre alle loro spalle faticano a consacrarsi i vari Astori, Ogbonna e Ranocchia, per i quali gli anni passano inesorabilmente. Dall’Under21, poi, non sono emersi elementi in grado di spiccare il volo in Nazionale maggiore in tempi brevi. Insomma, se vorrà provare a conquistare qualcosa di prestigioso nella rassegna iridata 2014, Prandelli dovrà inventarsi qualcosa nel reparto arretrato. Fermo restando che la qualità dei terzini (De Sciglio a parte) latita da diverso tempo, una soluzione a tutti i problemi potrebbe venire dal 3-5-2, un modulo da non utilizzare solo contro la Spagna, ma da porre come base per la stagione a venire. Con questo schieramento, infatti, la compagine azzurra è apparsa più solida e compatta, senza dimenticare che proprio con la difesa a tre ha giocato per tutto il campionato la Juventus campione d’Italia che fornisce alla Nazionale quasi l’intero pacchetto arretrato: perché dunque non sfruttare dei meccanismi collaudati da mesi ed eseguiti a memoria dai giocatori? Lo stesso Maggio, ad esempio, nel 3-5-2 si esprime al massimo, essendo più libero di spingere sulla corsia di destra.
A centrocampo, nel 2014, Pirlo, ormai 35enne, potrà contare su una valida alternativa come il giovane Verratti, soluzione che potrebbe rivelarsi preziosissima. Certamente confermate le rivelazioni Candreva e Giaccherini, mentre un rinforzo potrebbe giungere da Poli: insomma, la mediana appare il reparto decisamente più coperto e valido per qualità e quantità.
Il vero rebus, tuttavia, è l’attacco: con l’infortunio di Balotelli, l’Italia si è scoperta nuda. Non esiste alternativa credibile, per ora, al fuoriclasse del Milan. Non lo è di certo Gilardino, da anni in parabola discendente ed ormai in difficoltà a certi livelli; poteva esserlo Osvaldo, ma le bizze comportamentali dell’italo-argentino continuano a sollevare non pochi dubbi. Ancora acerbi, invece, i giovani Destro e Immobile. Non dimenticando Pazzini, che dovrà comunque ristabilirsi da un grave infortunio, ecco che ancora una volta potrebbe tornare in auge la candidatura di Antonio Di Natale, soprattutto se dovesse ripetere un’altra stagione al di sopra dei 20 gol.
Anche per quanto riguarda le seconde punte non si può di certo stare tranquilli: andrà sicuramente recuperato psicologicamente un talento puro come El Shaarawy, potenzialmente in grado di formare con Balotelli una coppia senza eguali al mondo. Atteso il definitivo salto di qualità di Lorenzo Insigne, mentre la sorpresa potrebbe portare il nome e cognome di Manolo Gabbiadini. Difficile, quasi impossibile che Prandelli si faccia attrarre dalla suggestione Totti: il ct, per sua stessa ammissione, avrà bisogno di 23 atleti in grado di reggere ritmi alti e, si spera, 7 partite in un mese.

Riassumendo, saranno due i nodi da sciogliere per Cesare Prandelli: registrare la difesa e trovare un’alternativa credibile a Mario Balotelli. Qualora ci riuscisse, nessun obiettivo sarebbe precluso.

 

federico.militello@olimpiazzurra.com

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