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‘Italia, come stai?’: tuffi e Mtb ad alto livello; cara, vecchia scherma…
Nel bel mezzo dei Giochi del Mediterraneo che, come avrete notato, stanno ricevendo ampi spazi su Olimpiazzurra con annesse dirette streaming in esclusiva, si sono svolti tre importanti appuntamenti nel corso della scorsa settimana dai quali l’Italia ha tratto riscontri complessivamente positivi.
Partiamo dagli Europei di tuffi a Rostock. Come prevedibile, sono arrivate tre medaglie, tutte a firma della fuoriclasse Tania Cagnotto. La bolzanina ha vissuto la stagione in corso come una sorta di anno sabbatico. Inizialmente tanta era la voglia di smettere dopo le due beffe di Londra 2012 che ancora una volta ne avevano spento il sogno di una medaglia olimpica. I dubbi di Tania se continuare o meno sino a Rio de Janeiro 2016 sono sempre stati più di facciata che reali: troppo grande la determinazione di riprovarci ancora una volta. La 28enne si è riconfermata come la più grande tuffatrice di tutti i tempi del Vecchio Continente, superando anche il russo Dmitri Sautin come numero di medaglie vinte agli Europei (19 a 18). In questo momento, a livello di vertice assoluto (quindi si intende un contesto planetario), il movimento può contare sulla sola Cagnotto, che già a Barcellona proverà a conquistare almeno una medaglia nelle due prove del trampolino individuale e 3 metri sincro con Francesca Dallapé.
Eppure, soprattutto in campo maschile, si intravedono squarci di un futuro interessante. Giovanni Tocci ed Andreas Billi hanno disputato un’ottima gara dai 3 metri sincro, concludendo in quinta pizza ed a tratti lottando addirittura per una medaglia. Si tratta di una coppia giovane e con coefficienti di difficoltà già piuttosto rimarchevoli: con il tempo, migliorando l’intesa, l’affiatamento e, soprattutto, la continuità di rendimento, i due azzurri potranno ambire a qualche medaglia importante. Di certo non manca il tempo per presentarsi alle Olimpiadi del 2016 da protagonisti. Stesso discorso per Andrea Chiarabini nella piattaforma, tornato a cresce gradualmente dopo un inizio di carriera da enfant prodige a soli 14 anni e poi una crisi psicologica da cui ha saputo reagire con caparbietà.
Un settore che gode di grande salute e lascia dormire sonni tranquilli per il prossimo decennio è quello della mountain bike. Se le punte non deludono, buoni segnali giungono anche dal settore giovanile. Eva Lechner, tornata a fare affidamento su una continuità di risultati che le mancava dal 2011, ha colto uno splendido argento nella prova elite degli Europei di Berna, su un tracciato adatto alle caratteristiche dell’altoatesina che spesso si cimenta anche nelle corse su strada. Bene anche Marco Aurelio Fontana, bronzo nella competizione maschile: il lombardo si conferma uomo da grandi appuntamenti, che riesce sempre a preparare con una maniacalità certosina.
Da segnalare, poi, l’argento di Gioele Bertolini nella competizione juniores, oltre al quinto posto di Nicholas Pettina tra gli Under23, a lungo in lizza per un podio. In campo femminile, poi, ha già dimostrato il proprio potenziale la giovanissima Greta Weithaler, la cui rassegna continentale in terra elvetica ha rappresentato solo una parentesi negativa. Tra tante buone notizie, tuttavia, bisogna sottolineare come l’Italia abbia bisogno di ritrovare un talento come Gerhard Kerschbaumer, per il quale, a 22 anni, è arrivato il momento di scegliere cosa fare della propria carriera: restare un buon corridore o diventare un campione di classe mondiale.
Infine ultima, di certo non per importanza, la scherma. L’Italia si conferma la nazione leader in campo continentale dopo aver vinto il medagliere degli Europei di Zagabria. La manifestazione può così sintetizzarsi: la compagine tricolore è sostanzialmente competitiva in tutte le discipline, ma è nel fioretto femminile che emerge di almeno due gradini rispetto alla concorrenza. Comunque vada, Di Francisca e compagne sanno solo vincere. In particolare la jesina, campionessa olimpica di Londra 2012, rappresenta in questo momento la massima esponente dello sport italiano al pari della tiratrice Jessica Rossi. Accanto a lei, poi, si erge un vero e proprio Dream Team, nel quale spiccano la fenomenale Arianna Errigo, una Benedetta Durando entrata in una nuova dimensione a 27 anni e la giovane Carolina Erba, già capace di salire sul podio in Coppa del Mondo. Con i ritorni in pedana tra qualche settimana del totem Valentina Vezzali, fresca di seconda maternità, e dell’ex-campionessa del mondo Margherita Granbassi e la volontà di emergere della talentuosa Camilla Mancini, il quadro appare ben definito: la nazionale di fioretto femminile dispone di un potenziale infinito e difficilmente avvicinabile. Una miniera d’oro inesauribile.
Restando in campo femminile, ma cambiando arma, nella sciabola femminile il ruolo di punta di diamante è rivestito da Irene Vecchi, atleta ormai di caratura mondiale. Al momento le compagne di squadra sembrano ancora piuttosto distanti dalla livornese, eppure la base è buona per costruire un gruppo di qualità. Nella spada abbiamo ritrovato una campionessa come Francesca Quondamcarlo, finalmente esplosa in tutto il suo potenziale (clicca qui per l’intervista), mentre ci si attende sempre di più da Rossella Fiamingo e Bianca Del Carretto, due ragazze con le qualità giuste per arrivare molto in alto.
Passando al comparto maschile, non ha di certo brillato la compagine del fioretto maschile, il cui valore, tuttavia, non si discute: ai Mondiali di Budapest Cassarà e compagni coltivano ambizioni di rivincita. Più delicata, invece, la situazione della spada, dove Paolo Pizzo è alle prese con un difficile recupero dopo un lungo infortunio e Matteo Tagliariol che fatica a ritrovare la continuità di rendimento di qualche stagione fa. In tutto questo cresce il giovane Enrico Garozzo, in rampa di lancio verso la definitiva consacrazione.
Solida e compatta, poi, la squadra di sciabola che ha trovato nel giovane Enrico Berré un ulteriore tassello di valore.
federico.militello@olimpiazzurra.com