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Due giovani ceceni dietro l’attentato di Boston?

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Secondo le indagini condotte negli Stati Uniti, sarebbero stati due giovani fratelli ceceni, Tamerlan e Džokar Tsarnaev, a piazzare le due bombe nei pressi dell’arrivo della maratona di Boston. Il maggiore, Tamerlan, 26 anni, è rimasto ucciso ieri durante una sparatoria con la polizia ieri, mentre  Džokar, 19 anni, è stato arrestato nelle ultime ore.

La città di Boston ha reagito con gioia alla notizia dell’arresto, così come il presidente Barack Obama: “Ringrazio le forze dell’ordine e Putin per la collaborazione ottenuta. Abbiamo vinto perché non ci siamo fatti terrorizzare. E’ stato chiuso un capitolo di questa tragedia, ma mancano ancora tante risposte per una violenza cosi. Perché due fratelli che sono cresciuti qui possono essersi rivoltati contro il nostro Paese? E ancora, hanno agito da soli? Lo scopriremo”.

Il presidente Obama dovrebbe forse riformulare la sua domanda. A prima vista, potrebbe sembrare un semplice gesto di follia o di mania di grandezza. Ma perché non interrogarsi sui suoi motivi reali? Potrebbe piuttosto trattarsi di una manifestazione plateale di un disagio sociale, di una mancata integrazione nella società di accoglienza. Una società che, soprattutto nell’ultimo periodo, ha visto tanta violenza percorrerla, e quindi non è sorprendente che qualcuno decida di ricorrere alla stessa violenza per far conoscere bisogni e problemi altrimenti inascoltati.

Una seconda ipotesi, è quella del movente politico: il popolo ceceno è stato sempre vittima di violenze e deportazioni in tutta la sua storia, senza che nessuno abbia mai alzato un dito in sua difesa. I ceceni, proprio per via delle sofferenze patite, sono infatti una comunità molto unita, che include anche coloro che vivano lontani dalla terra d’origine.

Quindi, presidente Obama, noi riformuleremmo la sua questione sul caso specifico, sostituendola con una interrogazione più generale: un Paese come gli Stati Uniti, che pretende di essere un esempio per il mondo, è in grado di garantire una vera integrazione sociale per tutti i suoi figli? Noi crediamo di no, e non parliamo solo degli immigrati ceceni, ma anche di coloro che sono statunitensi da generazioni.

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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